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Nicole Minetti: “Ho amato davvero Silvio Berlusconi”

Sto benissimo, una favola. La politica non mi manca“: queste le parole pronunciate ieri da Nicole Minetti nel Tribunale di Milano durante l’udienza del Processo Ruby che la vede imputata insieme a Emilio Fede e Lele Mora. Sono state dichiarazioni spontanee: “Al di là delle critiche – ha aggiunto l’ex consigliera regionale – tengo a precisare che il mio è stato un sentimento d’amore vero per Silvio Berlusconi“. Pensava che si trattasse di una relazione “esclusiva“, poi ha realizzato che si sbagliava. Così è finita, ma fra loro è rimasto un rapporto “di straordinario affetto e grandissima amicizia“. Che tenerezza.

Nicole si è definita vittima di “un’aggressione mediatica seguita da un’ondata di disprezzo, una campagna di odio e diffamazione senza precedenti nella storia d’Italia“. Cioè, una cosa del genere non era mai successa prima. Ergo, non è escluso che la Minetti finisca nei libri di storia. Che fardello pesante e ingiusto sta portando sulle spalle ‘sta ragazza. E a proposito di ragazze, riguardo alla famosa notte in Questura, nella quale Ruby Rubacuori venne rilasciata in seguito all’intervento telefonico dell’ex Premier, la Minetti ha dichiarato che si è prestata “per fare del bene, per permettere che la ragazza tornasse a casa sua, come tra l’altro mi aveva detto il funzionario Giorgia Iafrate“. Perseguitata e buona… Vi viene in mente qualcosa?

Per quanto riguarda i suoi trascorsi in tv, Nicole ha sottolineato che “l’unica ragione del mio successo (?) era che ho sempre saputo ballare e non conoscevo ancora Berlusconi“. Successivamente lui andò a farsi visitare al San Raffaele, dove lei lavorava come igienista dentale, e “iniziò da parte sua un discreto corteggiamento e non nego di essere rimasta affascinata da lui“. Di lì a poco cominciò la loro storia: “Iniziai a frequentare il presidente e le sue abitazioni. Partecipavo a cene, pranzi ed è capitato che mi fermassi sua ospite per più giorni presso le sue residenze… capitava che parlassimo del mio futuro e di quello che avrei voluto fare dopo la laurea. Era chiaro, avendo noi una relazione sentimentale, che egli sarebbe stato felice di aiutarmi”. Certo. Chiaro.

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