Proprio stana la vita. A volte fa doni grandiosi, portando talento e fortuna e aprendo le porte dell’Olimpo; ma evidentemente, ciò non sempre basta per placare gli umani tormenti. Prendiamo Psy, il 36enne rapper sudcoreano che ha raggiunto un successo mondiale nel 2012 con il suo Gangnam Style, uno dei tormentoni più ballati degli ultimi anni, e che è tuttora sulla cresta dell’onda. E’ un privilegiato, ormai anche ricchissimo: potrebbe godersela, essere felice, vivere il suo presente al massimo e organizzare anche un futuro da dieci e lode. Invece no: è alcolizzato.
E’ stato lui stesso a fare la rivelazione shock dalle pagine del Sunday Times Magazine: “Quando sono felice bevo, quando sono triste bevo, quando piove bevo, quando c’è il sole bevo. Non bevo solo quando devo smaltire la sbornia“. Una dipendenza grave e totale: la vodka è diventata la sua migliore amica, una specie di “vice partner“, e si spacca il fegato anche con abbondanti dosi di “whisky, tequila o qualsiasi altra cosa“. Purché ci sia alcol, insomma.
Però c’è un però. C’è che una simile dichiarazione, oltre a essere decisamente coraggiosa, può essere interpretata in modo positivo. E’ la richiesta di aiuto, urlata a tutto il mondo: perché, facendo simili dichiarazioni, Psy sapeva che sarebbe finito sulla bocca di tutti in pochi istanti. La consapevolezza, l’outing è un primo, fondamentale passo verso una futura guarigione. Riuscirà questo simpatico orientale a sconfiggere i suoi demoni?
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