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Marco Baldini ha paura: “Pericoloso fare il programma con Fiorello”

Marco Baldini torna a parlare dei grandi problemi che l’hanno spinto a lasciare Fuoriprogramma, trasmissione radiofonica in cui affiancava – come sempre – Fiorello. Qualche giorno fa, tramite i social, ha giurato di aver vinto da un bel po’ la sua dipendenza dal gioco d’azzardo. Le conseguenze, però, le sta ancora pagando. Le conseguenze, sotto forma di un debito enorme, gli hanno rovinato la vita. In un’intervista al Corriere della sera, Baldini parla ancora più chiaro: “Non devo e non posso andare a fare il programma. Non sono in grado di sostenere un ruolo impegnativo, ma soprattutto metterei a rischio le persone“. In che senso “a rischio”? Nel senso che i suoi debitori lo assediano (“ricevo 150 telefonate al giorno, mi citofonano, mi stanno addosso“) e, poiché Fuoriprogramma viene registrato in un bar, “potrebbero arrivare lì e fare una piazzata tremenda“. Troppo pericoloso per Fiorello e per tutti coloro che lavorano con lui.

Eppure Fiorello gli ha detto di non mollare; ma Marco non se la sente proprio, non vede più una via d’uscita: “Dovrei lavorare tantissimo per poter pagare i debiti, ma non sono in condizioni di poter lavorare“. Un cane che si morde la coda. Ci vorrebbe qualcuno disposto a fidarsi di lui, che “pagasse i miei debiti e investisse su di me per progetti lavorativi futuri“, però non si trova. “Chi vorrebbe darmi una mano – spiega Baldini – non ha i soldi, chi ha i soldi non mi dà una mano“. A quanto ammonta questo debito? Non vuole dirlo “per rispetto verso chi guadagna 1000 euro al mese“, ma stiamo parlando di cifre astronomiche. Cifre frutto di una malattia molto grave.

La sua è ormai la vita di un uomo sfinito, la paura è diventata la sua compagna di tutti i giorni: “Quando mi sveglio alle sei cominciano le telefonate, le urla. E so che sarà così fino alla notte. Prima o poi dovrò smettere di lavorare completamente anche perché non ce la faccio più con la testa. Ho 55 anni, il mio fisico non regge. Mi verrà un infarto“. Ha accanto qualche amico (molti l’hanno abbandonato) e la sua ex moglie Stefania. Davanti a sé vede soltanto il buio e il vuoto. E ha un rimpianto pesantissimo: “Era l’aprile del 1991. Avevo 40 milioni (di lire) di debito. Valerio, un amico di Cecchetto, me li ha prestati. Metà li ho usati per i debiti, metà li ho giocati. Da lì è nata tutta la tragedia. Quella è la pallina di neve che è diventata valanga. L’errore più grande della mia vita“.

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