Luciano Rispoli, ovvero il gentleman della televisione italiana. Nato a Reggio Calabria nel 1932, Rispoli è morto ieri sera, 26 ottobre, a Casalpalocco (Roma) (LEGGI ANCHE: ADDIO A LUCIANO RISPOLI, GIORNALISTA E STORICO VOLTO DELLA TV) ha fatto la storia del piccolo schermo nel nostro Paese con trasmissioni quali Parola mia e Tappeto volante (GUARDA ANCHE IL VIDEO: LUCIANO RISPOLI, IL SIGNORE DELLA TELEVISIONE EDUCATA). Entrato in Rai in seguito a un concorso per radiocronisti nel 1954, quindi nell’anno stesso in cui in Italia veniva lanciata la televisione, Rispoli ha continuato a proporre la sua televisione civile e rispettosa anche dopo aver lasciato la tv pubblica, dal 1991, su Tmc e poi su altre emittenti, con un rientro in Rai nel 2002-2003. Da Rispoli tanti uomini e donne della tv hanno imparato molto.
Per il grande pubblico era anche detto “zio Luciano”. Professionista di razza, aveva visto letteralmente nascere la televisione. La sua voce vellutata, leggermente nasale, calda, era riconosciuta dal pubblico come un marchio di autorevolezza ed eleganza. E nacque una schiera di imitatori celebri: Fabio Fazio, Neri Marcorè, Pierluigi Oddi, Mario Zamma e Max Tortora. Maniera d’antan, cerimonioso, Luciano Rispoli ospitava nel suo salotto attrici e scrittori “per il piacere di ascoltare”. Lo diceva lui stesso: “E’ vero che a volte sono un po’ cerimonioso. Ho fatto esercizi per parlare in modo più asciutto, meno iperbolico, ma non sono riuscito a cambiare una virgola, sono così. L’urlo, lo scandalo e la volgarità non hanno mai abitato nella mia televisione, per questione di rispetto”. Il suo salotto televisivo era sempre affollato di ospiti; ha lanciato Melba Ruffo, Samantha De Grenet, Roberta Capua e Michela Rocco di Torrepadula.
Sposato con Teresa Betto, Rispoli ha avuto tre figli. Le nozze furono celebrate da Padre Pio, come ricorda Repubblica. “Il rito era fissato per le 4 del mattino” ha raccontato “Ci avvicinammo all’altare e dopo un po’ Padre Pio arrivò. Era un uomo burbero, ai limiti della scortesia, frettoloso anche nella celebrazione del matrimonio. Dava la sensazione di adempiere con fatica e con fastidio agli obblighi enormi della sua vita di santo in terra”. Ci piace pensare che Luciano lo abbia raggiunto.

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