Condannato ad un anno e sei mesi di carcere l’attore Raoul Bova per evasione fiscale ma l’avvocato Giulia Bongiorno fa sapere che c’è ancora speranza perchè la condanna sia ribaltata dall’appello.
È decisamente un brutto momento quello che sta attraversando Raoul Bova: il Tribunale di Roma ha processato l’attore per “dichiarazione fraudolenta mediante artifici” (ossia evasione fiscale) e lo ha condannato a un anno e sei mesi di carcere. La procura aveva sollecitato per Bova (difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno) la pena di un anno. Secondo i pm, l’attore avrebbe evaso quasi 700 mila euro tra il 2005 e il 2011.
Bova è accusato di aver trasferito alcuni costi alla società che gestisce la sua immagine, la Sammarco Srl, con un gioco finanziario. La stessa azienda Sammarco, al quale l’attore ha ceduto i diritti per lo sfruttamento della sua immagine, stando a quanto emerso dall’inchiesta, avrebbe emesso fatture “per operazioni inesistenti”. Raoul sarebbe colpevole di aver evaso le tasse pagando un’aliquota Iva più bassa per varie prestazioni, dalla simulazione della cessione di alcuni diritti sui film alla simulazione dell’esistenza del diritto a ottenere sgravi fiscali. “La sentenza di oggi ha escluso che Raoul Bova abbia mai emesso fatture per operazioni inesistenti, quindi l’ accusa relativa a presunte operazioni fittizie, che costituiva il cuore del processo, è stata sbriciolata dalla sentenza di assoluzione”, afferma l’avvocato Bongiorno.
L’avvocato ha voluto precisare che: “La condanna si riferisce esclusivamente alla interpretazione di un contratto sui diritti di immagine sul quale si è già espressa la Commissione Tributaria di Roma in via definitiva dando inequivocabilmente ragione a Raul Bova. La Commissione Tributaria ha sottolineato che contratti come quello oggetto del processo penale in realtà sono strumenti tipici e legittimi nel mondo artistico. Siamo certi che l’appello ribalterà la condanna.”

