Si torna a parlare del caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello nel 2012. È stato arrestato il supertestimone dell’omicidio, Loris Gozi. L’uomo in passato era stato già condannato a 3 anni di reclusione.
Si accendono nuovamente i riflettori sul caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua casa di Gello, in provincia di Pisa. Questa volta però non si tratta di probabili luoghi dove è stata seppellita la donna, né di nuove accuse verso il marito Antonio Logli, già condannato in primo grado a 20 anni di carcere per omicidio volontario occultamento di cadavere nei confronti della moglie. A tornare in cella è il supertestimone Loris Gozi. Il giostraio, come riportato da La Nazione, era finito in carcere già nel dicembre 2015 per scontare una pena definitiva a tre anni di reclusione per il furto di un computer avvenuto nel 2008.
Loris Gozi è stato nuovamente arrestato lunedì 21 agosto 2017, su disposizione del giudice di sorveglianza di Pisa, Rinaldo Merani. L’oggetto di tale disposizione è dato dal non ottemperamento agli obblighi relativi all’affidamento in prova ai servizi sociali dopo che, nel giugno del 2016, venne ammesso a quest’ultimi per finire di scontare la sua pena. Da tempo l’uomo, che era stato impiegato come giostraio in un’azienda locale, non si presentava al lavoro. Secondo i suoi difensori la causa di tale assenza è dovuta a problemi medici, per cui, Gozi stesso, avrebbe presentato anche specifici certificati di uno specialista. Per il giudice di sorveglianza però non sussistono più gli elementi che hanno consentito l’affidamento in prova ai servizi sociali e quindi l’uomo può tornare in carcere per scontare quel che resta della pena.
Così Loris Gozi, come riportato da La Nazione, è stato raggiunto nella sua abitazione dai carabinieri della stazione di San Giuliano che lo hanno condotto nella casa circondariale Don Bosco. Gozi è da sempre il massimo accusatore di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, il cui corpo, dal giorno della scomparsa, non è mai stato ritrovato. Il giostraio deve quindi finire di scontare dietro le sbarre la pena di tre anni per un furto del computer.
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