Sono passati tre anni dalla morte di Pino Daniele, il cantautore e musicista italiano che con le sue canzoni ha fatto emozionare gli italiani. La famiglia vuole vederci chiaro sulla morte del famoso cantante napoletano chiedendo di riaprire il caso. Nel frattempo i figli lo ricordano così…
“Mi manca soprattutto il dialogo, quello sulle nostre frequenze, legato ad un certo tipo di linguaggio prettamente partenopeo, dove spesso bastava una parola o un’espressione idiomatica per racchiudere il senso di un discorso”, confessa Alex Daniele, figlio del grande di Pino Daniele e suo personal manager, all’ANSA. Sono passati tre anni dalla scomparsa del cantautore e musicista partenopeo che con le sue canzoni ha fatto emozionare l’Italia intera. “Suonare per Pino – continua Alex Daniele – era una missione ed il codice per comunicare il sentimento. Il sentimento è la chiave nella sua musica. Viveva per suonare, quando non suonava aspettava il momento di suonare“.
Il figlio di Pino Daniele, nella lunga intervista dell’ANSA, parla sempre al presente e ciò lo si ritrova, non a caso, anche nel titolo scelto per il grande tributo live, in programma allo stadio San Paolo di Napoli il prossimo 7 giugno, “Pino è“, al quale parteciperanno alcuni tra i più grandi artisti della musica italiana e amici del cantautore. A ricordare la scomparsa del grande cantautore vi è anche la figlia, Sara Daniele, a cui il grande Pino dedicò la canzone “Sara“. Nella lunga intervista a Oggi la giovane donna, ormai 21enne, racconta tutto il dolore e lo smarrimento che ha affrontato dopo la morte prematura del padre. Un abisso profondo, nel quale è sprofondata giovanissima: “Dopo la morte di mio padre, nei mesi successivi, quando il rumore intorno a noi si era spento e l’attenzione scemata, quando la gente pensava che ormai il brutto fosse passato, è successo che io mi sono persa. Ma per davvero. Passavo la mia giornata in tuta e alle 11 del mattino avevo già il bicchiere di vino in mano. Odiavo tutto e tutti. Per prima me stessa“.
Dopo l’oblio arriva la luce e la voglia a tutti i costi di reagire, così Sara è andata avanti senza mai dimenticare: “Un giorno ho capito che dovevo cambiare qualcosa, io e basta, e ho telefonato all’università inglese che mi aveva accettato l’anno precedente e ho chiesto di rientrare la sessione successiva… So benissimo di essere scappata. La mia famiglia ha elaborato il lutto, io l’ho solo accantonato. Così per me è come se mio padre fosse in tour… Ho fatto tante cose in questi tre anni, tante scelte, tante sfide, è normale che io mi chieda cosa mio padre ne avrebbe pensato. Sarebbe fiero di me oggi? Ho la fortuna di sentire ancora la sua voce, ma non è l’artista che mi manca, ma il padre“. Il dolore per la morte è ancora forte, come la stessa Sara ha confessato al settimanale Giallo, aggiungendo: “Sono convinta che se in quei momenti ci fossi stata io, oggi sarebbe ancora qui”. La famiglia sostiene che Pino Daniele poteva salvarsi e per tale ragione ha chiesto di riaprire le indagini sulla morte del cantautore napoletano.
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