In attesa della sentenza d’appello, il marito di Roberta Ragusa, condannato a 20 anni di reclusione in primo grado, ha iniziato la sua nuova vita prestando nuovamente servizio presso il Comune di San Giuliano Terme.
È iniziata la “nuova” vita per Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, accusato e condannato per l’omicidio e distruzione del cadavere della moglie. In attesa della sentenza di secondo grado, l’uomo è tornato a svolgere il nuovo lavoro come amministrativo, dopo il reintegro deciso dal giudice del Tribunale di Pisa. D’altronde questi erano i termini dell’accordo che il Comune di San Giuliano Terme ha sottoscritto con l’ex elettricista, che ha lasciato il posto di lavoro alla Geste. Logli aveva da anni un contenzioso aperto con l’ente comunale in quanto voleva tornare nei ranghi della municipale. Il mezzo per potervi rientrare era quello della selezione interna che, in passato, era stata vinta da un collega. Un esito contestato da Logli. Nell’ultima causa di lavoro avviata dall’elettricista, il giudice del lavoro Franco Piragine ha condannato il Comune a ripetere per la terza volta la selezione, già fatta nel 2008 e nel 2014. Il marito di Roberta Ragusa si è visto riconoscere il risarcimento pari a 8 mila euro per una selezione ritenuta illegittima, al quale ha rinunciato in cambio di un posto da amministrativo.
Ieri, 9 gennaio 2018, Antonio Logli si è quindi presentato per il suo primo giorno di lavoro alle ore 8 in punto, presso il Comune di San Giuliano Terme, dove ha avuto inizio la sua giornata lavorativa come amministrativo. Ciò avverrà ogni mattina fino a quando per il marito di Roberta Ragusa non si concluderà il percorso giudiziario. Per il momento l’uomo dovrà tornare in aula per ascoltare la sentenza d’appello, prevista per il 14 marzo 2018. L’uomo, fino alla conclusione del percorso giudiziario, rimarrà quindi libero e soltanto se la sentenza definitiva dovesse confermare la condanna sarà interdetto dalla potestà genitoriale e dai pubblici uffici.
Cosa sia successo a Roberta Ragusa è ancora un mistero. Molti ancora i lati oscuri su questa vicenda: in primis cosa è accaduto realmente nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, quando la donna è scomparsa dalla sua casa di Gello, in provincia di Pisa. Il corpo di Roberta non è mai stato trovato: non si ha quindi la certezza dei fatti che hanno portato alla sparizione della vittima. Senza dubbio però gli inquirenti sono riusciti a ricostruire, grazie alle intercettazioni tra l’indagato e l’amante e alle testimonianze di terzi, cosa sia, verosimilmente, potuto accadere.
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