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Caso Emanuela Orlandi, 35 anni di lotte per la verità: i familiari scendono in piazza

Sono passati 35 anni da quel 22 giugno del 1983, il giorno in cui scomparve nel nulla Emanuela Orlandi, la 15enne figlia di un dipendente del Vaticano. Della ragazza non si sa più nulla nonostante le numerose indagini, spesso soggette di depistaggi, illazioni, che hanno alimentato le speranze, facendole spesso sprofondare in delusioni. Questa sera, 20 giugno, il giornalista Andrea Purgatori dedicherà la puntata di Atlantide al caso di Emanuela Orlandi.

Era il 22 giugno del 1983 quando Emanuela Orlandi, una 15enne figlia di un dipendete del Vaticano, scomparve nel nulla a Roma. Da quel momento la vita dei familiari della ragazza è stata stravolta. Tra pochi giorni saranno esattamente 35 anni dalla sparizione, anni fatti di numerose indagini, spesso soggette di depistaggi, illazioni, che non hanno mai portato alla svolta nel caso. Anni in cui i familiari non si sono mai arresi e, tra speranze e delusioni, hanno continuato la loro battaglia per la verità.

La scomparsa di Emanuela Orlandi è uno dei più grandi misteri del nostro Paese, rimasto, come anche il caso di Mirella Gregori (15enne romana scomparsa misteriosamente a Roma il 7 maggio del 1983), irrisolto. Dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura di Roma, il fratello, Pietro Orlandi, ha chiesto giustizia direttamente al Tribunale Vaticano, affermando: “È un sacrosanto diritto avere verità e giustizia, non ci rinunceremo mai“. Dal Vaticano e da Papa Francesco non sono mai arrivate risposte, alimentando così il muro che nasconde la verità. Questa sera il giornalista Andrea Purgatori tornerà sul noto casa nel programma da lui condotto su La7, Atlantide.

Nel frattempo, proprio per mantenere alta l’attenzione, venerdì 22 giugno, alle ore 18.30, si terrà un sit-in piazza Giovanni XXIII. Il fratello di Emanuela Orlandi ha rivelato a Il Messaggero di voler arrivare anche a piazza San Pietro così da poter ricordare la sorella a “casa sua”. Al momento però il Vaticano non ha ancora dato l’autorizzazione. I familiari di Emanuela Orlandi, nel novembre scorso, hanno presentato per la prima volta alla Gendarmeria Vaticana la denuncia di scomparsa della ragazza ma, come rivelato a Il Messaggero dall’avvocato Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi: “Il fascicolo è aperto ma da allora non è stato fatto niente, non è stato interrogato nessuno“. Inoltre ha rivelato di aver richiesto da tempo di vedere Pippo Calò, il boss mafioso attualmente detenuto al 41 bis al carcere di Opera: “All’epoca dei fatti, nel 1983, era a Roma, era un personaggio importante. Potrebbe avere informazioni sulla vicenda e lui si è detto disponibile a incontrarmi. Perché non arriva una risposta? Calò ha quasi 87 anni, vorremmo che questo incontro possa avvenire a breve“, ha rivelato l’avvocato a Il Messaggero.

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