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Nicolas soffocato a 4 anni, la mamma mente? L’ipotesi shock della criminologa Roberta Bruzzone

Si riaccendono i riflettori sulla morte di Nicolas Schon, il bambino di soli 4 anni soffocato a Carpi. Secondo la nota criminologa e psicologa forense italiana Roberta Bruzzone, la madre del piccolo mente: ecco perché.

La morte di Nicolas Schon, il bimbo di 4 anni deceduto il 23 aprile scorso, resta ancora avvolta nel mistero. Cosa ha provocato il soffocamento del piccolo è ancora ignoto. Nel frattempo le indagini proseguono e gli inquirenti stanno cercando di comprendere cosa sia accaduto quel terribile pomeriggio a Carpi. Per la morte del bimbo è indagata come atto dovuto la mamma, Anna Beltrami. La ricostruzione fornita dalla donna sulla dinamica del soffocamento sembra non combaciare con quanto emerso dalle prime analisi sul corpo del piccolo.

Secondo la donna Nicolas si sarebbe soffocato inavvertitamente con un pupazzetto in plastica dura, mentre giocava in un campo. Dai primi risultati dell’autopsia è emerso però che il cavo orale di Nicolas è pulito: non ci sono tracce di lesioni compatibili con il racconto della madre. Addirittura, stando quanto riporta il settimanale Giallo, secondo il medico legale la morte del bimbo potrebbe essere attribuita ad una asfissia meccanica, ma il meccanismo che ha determinato l’ipossia non sarebbe l’occlusione delle vie aeree prodotta dal giocattolo indicato dalla madre. Il medico legale ha inoltre individuato una lesione sulla fronte del bimbo ed una ecchimosi sul labbro. Tali ferite potrebbero essere legate al trasporto in auto di Nicolas, il quale, vi ricordiamo, era stato trovato dal medico del pronto soccorso accovacciato sotto il cruscotto dell’auto della madre.

Dello stesso parere degli inquirenti è anche la nota criminologa Roberta Bruzzone che nella sua rubrica del settimanale Giallo, in edicola da oggi 21 giugno, scrive: “Sono davvero molti gli aspetti che non tornano nella versione fornita da Anna Beltrami“. “A mio avviso – continua la criminologa Bruzzone -, dal momento che sono assenti elementi riconducibili a uno strangolamento, è possibile che il bimbo sia stato soffocato ponendo sul suo volto un mezzo morbido, come un cuscino. Se tale ipotesi dovesse trovare conferma, l’ipotesi omicidiaria diverrebbe l’unica pista prospettabile“. “Ci sono poi numerosi comportamenti della Beltrami che contribuiscono – secondo la nota criminologa e psicologa forense – a incrementare le perplessità degli inquirenti. Non ultimo l’aver fotografato il figlio in fase agonica per inviare l’immagine al datore di lavoro e per giustificare la sua assenza”.

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