In seguito al mancato concerto del 26 luglio a Rimini, attorno ad Al Bano e Romina Power è nata una pesante polemica, l’impresario del concerto attacca duramente i due cantati, considerando anche l’opzione di sporgere denuncia nei confronti degli artisti.
In seguito al mancato concerto del 26 luglio a Rimini, attorno ad Al Bano e Romina Power è nata una pesante polemica, l’impresario del concerto attacca duramente i due cantati, considerando anche l’opzione di sporgere denuncia nei confronti degli artisti. L’impresario del concerto ha infatti dichiarato di essere stato raggirato dalla Power e da Albano Carrisi. La produzione del concerto smentisce le accuse che i due cantati hanno fatto all’organizzatore dell’evento. In un video su Instagram, postato sul profilo di Romina, i due cantanti avevano infatti dichiarato che l’annullamento del concerto era avvenuto a causa del mancato pagamento che aveva coinvolto non solo gli artisti, ma anche tutti i tecnici. L’impresario però smentisce le accuse affermando che Al Bano e Romina erano a conoscenza dell’assenza della liquidità immediata.
Secondo le dichiarazioni giunte dall’impresario, si legge infatti: “Ci hanno raggirati: non avevano voce! Non avevamo i 95 mila euro prima, ma lo sapevano già e poi hanno annullato tutto dopo le prove: forse Al Bano non era in forma?” Riversando così tutta la colpa su i due artisti, che secondo l’organizzatore, non avrebbero voluto esibirsi volontariamente al Beat Village. Domenica, 29 luglio è infatti arrivata la nota della produzione a smentire la versione degli artisti; nel comunicato stampa si legge: “La Dock Production LTD, con i suoi responsabili ed in particolare il Sig. Willer Dolorati non sono dei truffatori e nessuna trappola è stata tesa ad Al Bano e Romina. Al contrario siamo stati vittima di un raggiro colossale che ha portato alla chiusura dell’intera programmazione prevista alla Darsena, Beat Village punto di forza e di attrazione della stagione Riminese con perdita di posti di lavoro e non ultimo con grave danno economico dell’organizzazione”.
Nel comunicato si legge inoltre che il compenso previsto per Al Bano e Romina Power era di € 95.000 e la liquidità di cassa non permetteva di poterlo pagare interamente ed in anticipo come pattuito al momento dell’ingaggio,ma a detta di Dolorati, gli artisti erano stati informati tempestivamente e avevano accettato di loro spontanea volontà di essere pagati, solo dopo aver ottenuto gli incassi dal botteghino. Nel comunicato si legge più specificatamente: “Alle ore 16:00 del 26 luglio, come concordato, si chiedeva ad Al Bano il consenso ad aprire il botteghino e di mandare una sua persona di sua fiducia a supervisionare la vendita al botteghino a cui affidare gli incassi visto che erano e costituivano parte del compenso per l’esibizione. Albano inviava al botteghino il suo segretario Sig. Sergio Angioi che con attenzione coordinava e supervisionava anche tramite altro suo fiduciario la corretta operazione di vendita dei biglietti. Senonchè tutto precipitava con la telefonata di Al Bano: “Concerto annullato, chiudete tutto” senza dare ulteriori spiegazioni”. L’impresario sostiene che Al Bano e Romina, hanno insinuato che gli operai non erano stati pagati, ma il comunicato si presta a smentire anche quest’accusa. Willer Dolorati, accusa i cantati di non aver avuto rispetto per le migliaia di persone giunte da ogni parte di Italia e pure dall’estero. A questo punto pare che la vicenda andrà sicuramente in tribunale, Dolorati ha infatti dichiarato di voler querelare per diffamazione i cantanti.

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