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Strage di Erba a Le Iene: il giallo sulla morte di Valeria Cherubini

Continua l’inchiesta de Le Iene sulla strage di Erba. Nella puntata andata in onda ieri sera, 17 ottobre 2018, Antonino Monteleone si è concentrato sul giallo della morte di Valeria Cherubini. Valeria era la moglie del supertestimone Mario Frigerio e la dinamica sulla sua morte può aiutare a capire come si siano mossi gli assassini. Venire a conoscenza di come questi abbiano lasciato la palazzina: se scendendo le scale o, come affermato dalla difesa, attraverso una via alternativa. Su questo giallo è tornato a parlare il giornalista investigativo Edoardo Montolli.

L’ipotesi di Montolli

“Valeria  viene trovata morta sotto la tenda della mansarda – spiega Montolli -, con le mani a protezione del capo: sia Frigerio che i soccorritori la sentono chiedere aiuto. Loro provano a salire ma non ci riescono e tornando indietro”. Anche il primo soccorritore Glauco Bartesaghi ha confermato che la Cherubini urlava “aiuto”. Il volontario, che si trovava al pianerottolo del primo piano e sentì gridare la moglie di Frigerio, è sicuro che lei si trovasse all’interno della sua abitazione al secondo piano. Quello che ora è importante scoprire è se la Cherubini era da sola ferita a morte con gli assassini in fuga. Oppure se, insieme a lei c’era ancora il suo assassino pronto a infliggerle il colpo di grazia.

Il problema nasce dal fatto che se lei è stata uccisa lì, gli assassini non potevano scendere le scale facendo quel percorso, per la presenza dei soccorritori: a quel punto Olindo e Rosa sarebbero innocenti”, sottolinea Montolli, anche se secondo i giudici, la Cherubini avrebbe risalito le scale e chiesto aiuto ai soccorritori dopo essere già stata aggredita dai killer, con la gola squarciata e la lingua tagliata. Ai microfoni della iena Monteleone, è intervenuto anche Luciano Garofalo. L’ex comandante dei Ris ha affermato: “Noi abbiamo fatto tanti tentativi se ci fossero presenze delle vittime o viceversa, ma il risultato è stato negativo. Non so il perché, ma è normale che ai cittadini vengano dei dubbi. Effettivamente per il modo in cui sono state aggredite le vittime, non potevano non sporcarsi per il sangue versato“.

Strage di Erba: la scioccante rivelazione del carabiniere a Le Iene

Una  prova schiacciante potrebbe riaprire il caso sulla strage di Erba, a detta de la Iena Antonino Monteleone, è la macchia di sangue di Valeria Cherubini, la vicina di casa uccisa, rinvenuta sul battitacco dell’auto di Olindo. Si tratta dell’unica prova scientifica che ha inchiodato i due coniugi. Per questo, Monteleone si è recato da Carlo Fadda, il brigadiere del nucleo operativo di Como, che effettuò in prima persona il rilievo sulla macchia. Ha scattato lui la fotografia ma ammette, inconsapevole di essere ripreso, che il sangue potrebbe essere stato frutto della contaminazione dai carabinieri che erano stati sul luogo della strage.

Interrogato su chi fosse l’altro uomo presente nella foto, risponde: “Quell’uomo era lì ma non faceva i rilievi“. Monteleone fa poi notare che non è neppure evidenziata la luminescenza. “Ci voleva la macchina fotografica più adeguata per fare quella foto” controbatte Fadda. Quando la Iena chiede se si può trattare di inquinamento, cominciano le rivelazioni del brigadiere: “Non posso sapere chi è entrato in macchina, se la macchina è stata lasciata da un collega“. Pensando di non essere registrato, si sbilancia: “Gli avvocati potevano puntare sull’inquinamento di quella traccia. Perché non hanno combattuto su quello? Quella macchia non li avrebbe mai mandati all’ergastolo. L’auto comunque non è mai stata oggetto di analisi accurata“.

 

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