Sono di una persona adulta le ossa rinvenute nei giorni scorsi sotto un pavimento della Nunziatura Apostolica di Via Po a Roma. E’ quello che afferma Giovanni Arcudi, direttore di Medicina Legale all’Università di Tor Vergata. Arcudi sta partecipando in qualità di perito nominato dal Vaticano nell’ambito dell’indagine della Procura di Roma. Indagine che vuole fare luce sull’eventualità che si tratti dei resti di Emanuela Orlandi o di Mirella Gregori. Quest’ultime scomparse misteriosamente a Roma, ad un mese di distanza l’una dall’altra, nel 1983. “In questo momento non posso confermare l’età o il sesso prima di avere i risultati dei test di laboratorio – spiega l’esperto alle agenzie stampa – ma la prima impressione, basata sull’esame di alcune strutture ossee è che si tratti di ossa di una donna intorno ai trent’anni, non una adolescente“.
“Da una serie di elementi relativi alla struttura ossea, il cui sviluppo in questo caso ci dice che questa persona molto probabilmente aveva più di 25 anni” spiega Arcudi. Se ciò fosse confermato, cadrebbe l’ipotesi Orlandi. La ragazza, infatti, quando è scomparsa aveva appena 15 anni. “Io per la verità – confida il direttore di Medicina Legale di Tor Vergata – non ho mai avuto la sensazione che si trattasse di lei“. Nel frattempo, nella giornata di ieri 6 novembre 2018, si è conclusa la prima fase dell’esame. La Scientifica ha effettuato una pulizia approfondita dei resti e il prelievo degli elementi sufficienti agli esami di laboratorio. “Solo con gli esami potremo stabilire la datazione delle ossa, anche in base all’analisi del terriccio dove erano interrate – conferma il perito – per questo dobbiamo aspettare i responsi del laboratorio genetico forense”.
Quanto al sesso, però, Arcudi non vuole sbilanciarsi. “Onestamente da una prima analisi non posso dire che siano ossa di una donna, non possiamo stabilire con certezza il sesso senza l’esame del Dna“. Anche il ritrovamento di altri frammenti non aggiunge sostanziali novità: “E’ stato ritrovato un pezzo di mandibola, che ci aiuta a completare la ricostruzione della mandibola stessa, ma ai fini dell’attribuzione di queste ossa non cambia niente”.
Una nuova ispezione degli investigatori, avvenuta nella mattinata di martedì 6 novembre 2018, ha portato alla luce nuovi resti. Il ritrovamento, fatto grazie al lavoro dei poliziotti della Squadra Mobile e della polizia scientifica, ha portato alla luce nuove prove. Le ossa, trovate nello stesso punto dei precedenti frammenti, sono già sotto la lente di ingrandimento di genetisti e biologi.
Alcune parti utili dei reperti sono state isolate e inviate al Laboratorio di Genetica Forense. Per avere qualche risposta si dovrà aspettare circa una settimana. Lunedì 5 novembre, la polizia scientifica, assieme a Giovanni Arcudi, direttore di Medicina Legale dell’Università Tor Vergata e perito nominato dal Vaticano, e al dirigente medico della Polizia Enza Livieri, hanno iniziato a esaminare i resti che, secondo quanto affermato da Arcudi, “ad un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa”.
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