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Strage di Erba, possibili nuovi accertamenti

Possibili nuovi accertamenti sul caso della strage di Erba. E’ quanto riportato da SkyTg 24. A detta della difesa, rimane più che uno spiraglio per arrivare a una revisione della sentenza con cui Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo. I legali difensori chiederanno dunque nuovi accertamenti tecnici. Lo scorso luglio, la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di eseguire un incidente probatorio sui reperti, mai analizzati, rinvenuti sul luogo dell’atroce delitto. Ma, secondo i difensori, sussiste, nelle motivazioni del rifiuto, la possibilità di ricorrere all’incidente probatorio nell’ambito delle indagini difensive, dandone avviso al Pm, affinché quest’ultimo possa nominare un suo consulente. Una possibilità che i legali intendono percorrere: “Cosa che faremo – spiega uno di legali dei coniugi Romano, Fabio Schembri – anche se, prima della decisione della Cassazione, alcuni reperti sono stati distrutti dalla cancelleria della Corte d’assise di Como: ne rimangono altri presso il Ris e l’Università di Pavia”. Si tratta di un accendino, un mazzo di chiavi, formazioni pilifere ed altri reperti.

Nelle motivazioni del provvedimento, i giudici spiegano: “La possibilità di svolgere investigazioni per ricercare e individuare elementi di prova, anche al fine di promuovere il giudizio di revisione, implica all’evidenza che le attività possano avere carattere esplorativo e non debbano essere circoscritte ai soli casi nei quali gli elementi, la cui stessa esistenza non è nota nel momento in cui si agisce, abbiano con sicurezza o ragionevole certezza l’idoneità a fondare un giudizio di revisione”. Ricordiamo che il terribile delitto avvenne l’11 dicembre 2006 e, in questo, morirono quattro persone: Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, riuscì a sopravvivere e divenne il testimone principale contro Olindo Romano e Rosa Bazzi.

Perché Olindo e Rosa hanno confessato?

Ha destato molta indignazione l’intervista fatta dalla iena Antonino Monteleone ad Olindo Romano nel carcere dove questi è detenuto. Le critiche sono arrivate sia dal web che dagli stessi familiari delle vittime, i fratelli Castagna. Lo show di approfondimento di Italia 1, ha portato avanti un’inchiesta per far luce sulla strage di Erba. Monteleone, nel corso della sua intervista, ha chiesto ad Olindo il motivo per il quale ha confessato l’atroce delitto. “Ci siamo ritrovati in un contesto che portava a quello. Ci ritrovammo da casa nostra al carcere nel giro di poco tempo. Quando ci siamo rivisti non sapevamo neppure perché eravamo lì. Dopo due giorni due carabinieri ci hanno detto che eravamo messi male. Ci dissero che confessare sarebbe stato il minore dei mali.” spiega l’uomo.

Olindo poi aggiunge: “Abbiamo cercato di resistere, ma quando mi hanno detto che non avrei rivisto mia moglie…Anche quello ha influito. Se volevo vedere mia moglie dovevo dirgli qualcosa, e io li ho seguiti“. Per Romano i magistrati hanno fatto leva sui loro sentimenti per spingerli a confessare. “Noi inizialmente abbiamo detto che non c’entravamo nulla“. Eppure hanno cominciato a rivelare dettagli che solo gli assassini potevano sapere: “Ce li hanno mostrati loro. Alcuni dettagli gli abbiamo visti su un mucchio di fotografie che ci hanno messo sul tavolo“. Alla fine del colloquio, l’ex netturbino dichiara di desiderare che la vicenda giudiziaria sia riaperta.”Vorrei la revisione del processo, un giudice onesto valuti le cose per quello che sono, ma dopo questo chi si prende la patata bollente? Ma non siamo arrivati alla fine“.

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