Del terribile caso di molestie sessuali e abusi su minore avvenuto in Toscana si è parlato moltissimo: la professoressa di Prato deve fronteggiare pesanti accuse, come quella di aver avuto una relazione con un ragazzino di appena 13 anni. Un caso complesso, ma nessuno sa chi sia questa donna: non se ne conosce identità.
Rischia di complicarsi ulteriormente la posizione dell’insegnante di Prato accusata di aver avuto una relazione con il suo allievo di 13 anni da cui è poi rimasta incinta. Ora è arrivata la decisione del Gp in cui emerge tutta la premeditazione della donna. L’atteggiamento dell’insegnante, infatti, è stato definito “manipolatore e teso a strumentalizzare l’inferiorità fisica e psichica del ragazzo“.
Violenza sessuale su minore e violazione di domicilio: questi i reati che potrebbero essere contestati alla professoressa di Prato coinvolta in una relazione con un suo allievo di 14 anni e rimasta incinta.
Quasi tre ore di incidente probatorio sul ragazzino di 14 anni. Una procedura scelta per far chiarezza una volta per tutta sul rapporto instauratosi con la professoressa di Prato, dalla quale il minorenne avrebbe avuto un figlio. L’interrogatorio sarebbe al momento secretato ma il legale della donna ha spiegato che forse ci sarebbe un punto di svolta che potrebbe sbloccare la vicenda: “Riteniamo che si potrà giungere alla quiete dopo la tempesta”.
Il caso della professoressa di Prato che ha avuto un figlio da un suo allievo di soli 13 anni continua a far discutere l’opinione pubblica: questa volta è il Tribunale del Riesame che svela importanti novità sulla carcerazione della donna. La donna si trova ora agli arresti domiciliari e si attende la sentenza da parte del Tribunale del Riesame. I giudici hanno confermato l’ordinanza emessa in precedenza, rigettando la richiesta di revoca da parte degli avvocati difensori della donna.
Matteo Alfano, dopo la lettura di quanto sopra, ha dichiarato di voler attendere le motivazioni che hanno spinto i giudici a decidere in tale direzione: “Siamo concentrati sull’incidente probatorio di lunedì”. Il ragazzino e la professoressa dovranno rispondere a molte domande degli avvocati delle parti.
“Alla signora sono stati contestati tre reati, tutti commessi in momenti diversi: atti sessuali con un minore di età inferiore a 14 anni, atti sessuali con un minore infra-quattordicenne, reato compiuto a casa dell’indagata. Il terzo reato di cui deve rispondere è di induzione all’atto sessuale perpetrata anche attraverso minacce come quella di suicidarsi nel caso in cui il quattordicenne si fosse sottratto agli incontri.” A pronunciare queste inquietanti dichiarazioni è stato Giuseppe Nicolosi, procuratore di Prato.
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