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Vasco Rossi furioso: “Giù le mani dalle mie canzoni”. Ecco cos’è successo

Le canzoni di Vasco Rossi sembrano a tutti gli effetti essere diventati di dominio popolare, ben al di là di discorsi di copyright e diritti. Sembrano pensarlo tutti, meno il diretto interessato, che in un post pubblicato recentemente ha per l’ennesima volta ribadito la sua estraneità ad utilizzi extra-musicali delle proprie canzoni. Nel mirino del rocker non c’è però  un  semplice discorsi di diritti, quanto piuttosto di sfruttamento a fini politici. Una situazione che avrebbe spinto il musicista ad intervenire in prima persona.

Online video di campagna politica con la musica di Vasco Rossi. Che non ci sta: “Strumentalizzano la mia musica, farò in modo di impedirlo”

A spingere Vasco Rossi a prendere posizione è probabilmente stato il recente, diffusissimo video del senatore pentastellato Gianluigi Paragone. Il politico M5S si era infatti ritratto in un video, annunciando la sua  decisione di non partecipare alla votazione Rousseau mirata alla creazione del nuovo governo. Per farlo, Paragone ha pensato bene di accompagnare il proprio video con la canzone C’è Chi Dice No, ovviamente a firma del Blasco.

La reazione di Vasco Rossi in persona stavolta non si è fatta attendere. Con un post furioso pubblicato su Facebook, la rockstar ha intimato in maniera decisa il mondo della politica di smettere di appropriarsi del suo canzoniere a fini promozionali. “C’è chi dice no lo dico io“, le parole del musicista. “I politici tengano giù le mani dalle mie canzoni. Che imparino ad usare le loro parole e a non strumentalizzare la mia musica. Voglio che sia chiaro che io non sto autorizzando nessuno ad usare le mie canzoni per campagne politiche, e anzi cercherò di impedirlo. E non si creda che io sia d’accordo con le opinioni di chi sta usando la mia musica per promuovere le proprie confuse idee“.

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