Alberto Angela: 5 cose che non sapete di lui, dalla bocciatura al rapimento

Alberto Angela è uno tra i giornalisti più apprezzati dal pubblico, i suoi programmi sono tra i più attesi, seguiti e commentati sui social, dove Alberto raccoglie sempre ampi consensi.

Chi è Alberto Angela

Alberto Angela è nato a Parigi l’8 aprile 1962 da Piero Angela, divulgatore scientifico, e Margherita Pastore. Diplomatosi alla Scuola francese, si è laureato in Scienze Naturali con 110 e Lode. Ha poi frequentato diversi corsi di specializzazione presso alcune delle più prestigiose Università statunitensi. Il debutto in Rai avviene nel 1993, al fianco del padre ne “Il pianeta dei dinosauri“. I suoi programmi sono da sempre amatissimi: “Ulisse”, “Superquark”, “Passaggio a nord ovest”. Alberto, oltre ad essere uno studioso, un ricercatore e un conduttore televisivo è anche un paleontologo che dagli anni ’80 dirige scavi e ricerche sul campo in quella che oggi è la Repubblica Democratica del Congo, in Tanzania, in Oman, in Etiopia e in Mongolia. È sposato con Monica Angela e ha tre figli: Riccardo, Edoardo e Alessandro.

 

5 curiosità su Alberto Angela

• Alberto Angela è stato rapito in Niger mentre girava una puntata di “Ulisse” e ha vissuto per 15 ore da condannato a morte, picchiato e sottoposto a torture psicologiche, prima di venir liberato nel deserto. Un’esperienza traumatica: “Mitra puntato addosso, stavo per essere ucciso“, ha raccontato.
• A lui sono stati dedicati una rara specie marina, una sorta di piccolo mollusco e un’asteroide.
• È stato bocciato in quinta elementare.
• Colleziona la sabbia: “Ho iniziato anni fa, quando partivo per le mie spedizioni da paleontologo, prima di cominciare con la tv. Riempivo con la sabbia i rullini fotografici poi, tornato in Italia, travasavo il materiale nelle boccette di vetro. Ne ho più di una ventina, e dai colori riesco sempre a identificare il deserto di provenienza” ha dichiarato in un’intervista.
• Chiama il padre ‘Piero’, e non ‘papà’: “Ho chiesto io di chiamarmi Piero, mi piace avere un rapporto di lavoro”.