L’approdo alla prima serata Rai, nella persona di Luciana Littizzetto e del suo sketch nel programma di Fabio Fazio, rappresenta suo modo un traguardo; il meme di Io Sono Giorgia non è più un semplice tormentone online, ma ha felicemente raggiunto il centro del dibattito pubblico. Anche chi non è avvezzo a frequentare i social (in primis Instagram e Tik Tok) è ormai ben consapevole della Giorgia Challenge, ispirata ovviamente a Giorgia Meloni, in queste settimane matrice di ogni sorta di parodia, imitazione, decontestualizzazione ironica. Con buona pace del Ministro, che tutto sommato sembra averla presa bene. In questi casi, fare buon viso a cattivo gioco è forse l’unica mossa possibile.
Le origini della Io Sono Giorgia Challenge risalirebbero alla trovata lanciata dall’influencer Tommaso Zorzi. Ben noto al pubblico dei giovanissimi, è stato proprio Zorzi a lanciare lo scorso 21 ottobre l’embrione della sfida. Come funzionino questi hashtag è ormai chiaro: partono per scherzo, coinvolgono sempre più persone e, con un po’ di fortuna, diventano in poco tempo virali a livelli patologici. La fortuna alla Giorgia Challenge non è mancata, aiutata dal debordante e perentorio discorso tenuto dall’ex Ministro lo scorso 19 ottobre e divenuto vittima della parodia. Zorzi allora si limitò ad imitare le movenze della politica. Il seguito è quello che tutti conosciamo.
Al netto delle migliaia di immagini, Instagram stories, variazioni sul tema che hanno invaso la sfera social (e ora anche televisiva italiana), il trionfo di Io Sono Giorgia è arrivato probabilmente grazie all’omonima hit del duo MEM & J. Lanciata pochi giorni dopo la provocazione di Zorzi, conta a metà novembre più di quattro milioni di visualizzazioni via Youtube. È stata la parodia dance ad aprire al meme le porte dei media mainstream; attraverso il brano, la gag approdò rapidamente in tv, imponendosi come il piccolo fenomeno mediatico che ora è.
Giorgia Meloni, va detto, non è nuova a questo tipo di parodie. Seppur finora circoscritte alla cerchia del meme politico-sfottò, limitato ad una fruizione estemporanea nei gruppi chiusi e in canali da pochi iscritti, la personalità della leader di FDI sembra effettivamente nata per questo tipo di parodie. La retorica infiammata, il timbro vocale e la romanità trattenuta a stento, hanno aperto la strada ad una forma di notorietà che l’ex ministro non avrebbe immaginato lei per prima.
Ovviamente, il successo di Io Sono Giorgia è stato accolto in maniera molto più ambigua da parte della sfera politica. Mentre il brano ha conquistato rapidamente gli ambiti più pop dello spettacolo italiano, sono in molti a chiedersi quali ripercussioni possa avere sulla figura di Giorgia Meloni. Per molti che leggono intenti dissacranti nella parodia, altri si chiedono che conseguenze possa avere trasformare un personaggio pubblico in un nuovo Rovazzi involontario. La grande protagonista, alla fine, pare contenta. “Dopo la politica mi darò alla musica“, ha scherzato recentemente insieme a Le Iene, di fronte al popolarissimo video.
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