Che fine ha fatto Valeria Rossi? Ecco cosa fa dopo il successo di “Tre parole” [FOTO]

Nell’estate del 2001 non c’era una sola persona che non canticchiava quel ritornello diventato un vero e proprio tormentone. Sono bastate tre parole “Sole, Cuore, Amore” a lanciare Valeria Rossi, che in quell’anno vinse il Festivalbar e raggiunse un enorme successo.

Valeria Rossi OGGI

Nata a Tripoli, ma cresciuta in provincia di Roma, Valeria Rossi ha esordito nell’estate del 2001 con il singolo Tre parole. Il brano venne scartato al Festival di Sanremo nella categoria Giovani, ma ha riscosso un successo inaspettato, diventando un vero e proprio tormentone estivo, grazie ad un ritornello orecchiabile e difficile da dimenticare. Del singolo sono state infatti vendute circa 10000 copie nelle prime tre settimane di vendita, raggiungendo la prima posizione della classifica italiana e rimanendovi per sette settimane consecutive e diventando il secondo singolo più venduto in Italia nell’intero anno.

Quelle tre parole hanno decretato il successo di Valeria, che vinse il Festivalbar e l’Italian Music Award. Intervistata, Valeria ha parlato del successo di quell’anno:

“A quella canzone devo comunque molto. Perché ho potuto acquistare casa ai miei genitori che erano in affitto, perché ho trasmesso dei sentimenti ed emozioni positive in tante persone. L’etichetta? Il rischio c’è, ma devi fare uno sforzo per uscirne. In realtà avevo scritto un testo più intimista, più crudo e crepuscolare, che nel ritornello faceva: “Sono il traditore, sono il tuo dolore, sono la notte che deve passare. Era l’iperbole della speranza che persiste e porta alla rinascita. Il mio discografico ebbe l’intuizione di rendere più gioiosa la frase su quella melodia. Così la frase diventò “dammi tre parole, sole, cuore, amore”.

Dopo aver pubblicato un paio di album, Valeria ha deciso di dedicarsi al figlio, senza però abbandonare il mondo della musica. Lo scorso anno è tornata sulle scene grazie a Ora o mai più, il talent condotto da Amadeus, sotto la guida della “maestra” Orietta Berti.