Detto da loro

Gianluca Grignani, il ritorno: “Lo Yoga? Meglio degli psicofarmaci”

Un viaggio ha senso solo, senza ritorno se non in volo…

È con questa strofa e quella bellissima canzone che, nel 1995 al Festival di Sanremo, Gianluca Grignani entrò nei cuori di tutta Italia, per rimanerci. Non vinse quell’anno, arrivando sesto, ma Destinazione Paradiso fu una delle canzoni simbolo di quel Sanremo che vide Giorgia trionfare fra i Big e i Neri per caso nella categoria Nuove Proposte.

Gianluca Grignani: il ritorno inaspettato a gennaio con Tu che ne sai di me

Sex symbol bello e dannato appena ventitreenne, Gianluca Grignani vendette più di 700mila copie in Italia del suo storico album, reiventandosi poi nel 1996 con La fabbrica di Plastica. Poi il matrimonio con Francesca Dall’Olio, tre figli, altri otto album e il provvedimento giudiziario per resistenza a pubblico ufficiale nel 2014. Quello fu anche l’anno del suo ultimo disco, dal titolo profetico: A volte esagero.

Fra alti e bassi, Grignani è ancora qui e a 47 anni è tornato dopo un silenzio artistico durato tre anni, con una forma nuova. A FqMagazine, ha raccontato la sua rinascita e la presa di coscienza che ha caratterizzato questi ultimi anni:

Sono un esistenzialista, per me la musica è il mezzo per esprimermi e per riuscire a star al fianco agli altri, un elemento fondamentale della mia vita. Però so anche che la forza per andare avanti risiede nella nostra necessità di contatto umano. Mi sono guardato allo specchio e mi sono reso conto che era arrivato ‘quel’ momento, un po’ come quando diciassettenne avevo preso in mano la chitarra per la prima volta e mi dissi “ora o mai più”.

Dallo Xanax allo Yoga

Una ricalibratura della propria vita, quindi, un raccoglimento spirituale che è servito a risorgere dai propri demoni, con l’aiuto anche di una disciplina particolare:

Con lo Yoga ho scoperto che riuscivo a tranquillizzarmi. È un buon sostitutivo a qualsiasi tipo di psicofarmaco, Xanax e queste cose così.

A chi gli chiede consigli? Non sa bene cosa rispondere. Il suo faro è sempre stata la musica:

A un uomo o una donna in difficoltà, qualsiasi tipo di difficoltà possa trovarsi, consiglierei di guardarsi dentro, però io non posso dare né nessun consiglio, ma solo il cattivo esempio. Del resto come diceva Fabrizio De André: ‘La gente dà buoni consigli, quando non può più dare il cattivo esempio.

La scelta dell’uscita del suo nuovo pezzo, Tu che ne sai di me, è altrettanto simbolica: uscirà infatti il 1 gennaio 2020. Si volta pagina; anno nuovo, vita nuova. E a quanto pare questo è solo il primo singolo dei sessanta già scritti che il cantautore ha in serbo per il suo pubblico e per sé stesso. Gli anni di silenzio hanno sicuramente fruttato. 

Ormai i tempi della musica sono cambiati, se oggi presento un singolo è per dare il via ad un progetto molto più ampio, che comprende sessanta brani inediti. Tutte queste canzoni saranno contenute in una trilogia di dischi: ‘Verde smeraldo 1’, ‘Verde smeraldo 2’ e ‘Verde smeraldo 3’. I titoli inizialmente dovevano essere diversi e riprendere uno degli inediti contenuti nel singolo disco. Poi ho pensato al verde smeraldo che per me, soprattutto nel periodo della mia infanzia, ha avuto un significato molto speciale, che per ora non svelo. Il lavoro legato a queste 60 canzoni, che sono quelle che ho scelto, parte da molto lontano e non a caso le canzoni che ho scritto sono molte di più di 60.

Il ritorno di Gianluca Grignani non solo come cantante, ma anche come produttore

Tre anni silenziosi, nei quali però la sua testa macinava ferocemente, incessante. La solitudine del suo studio risuonava delle sue canzoni, che bisognerà aspettare di scoprire. E a proposito di scoperte, Grignani ha intenzione di valutare anche il lavoro di nuovi artisti, in un’inedita veste di produttore:

Ho passato giornate intere nel mio vecchio studio al piano terra, di notte, a registrare con la mia voce e col telefonino le mie canzoni. Solo di tanto in tanto aprivo la finestra per capire cosa stesse succedendo lì fuori. Poi ho fatto costruire il mio studio attuale, ‘La fabbrica di plastica‘, con tutti i dettagli necessari per essere un luogo all’avanguardia e dal suono perfetto. Ho perso due diottrie per la vista, perché mi sono dato da fare con il computer per cercare le soluzioni migliori. Sono diventato un nerd della musica! Il mio studio sarà anche a disposizione di tutti gli aspiranti artisti che vorranno spedirmi il loro materiale, così che potrò ascoltare e valutare chi produrre. Darò loro la possibilità di esprimersi, basterà semplicemente mandare al mio indirizzo email i provini.

Grignani: “Sanremo è solo un contenitore”

E Sanremo? L’aria di Festival lo richiama indietro oppure il cantautore ripercorre i no detti alla kermesse sanremese durante il periodo de La fabbrica di plastica?

A Sanremo non vado. Ho un altro percorso da fare e le canzoni non mancano. Alla fine il Festival di Sanremo è solo un contenitore per la musica, meglio viene usato e meglio è, peggio viene usato e peggio è. Anche X Factor è un contenitore, dipende da come lo riempi. Non solo direi tutti quei no, ma sono anche consapevole che ne avrei dovuti dire anche molti più, perché poi è successo che mi sono seduto un po’ su me stesso, sugli allori… Avevo due ali che mi impedivano di volare perché non erano le mie. Oggi quello che ho voluto fare è riguardare quel Gianluca e dire ‘Oh Grignani torna! Ritorna ad essere quello che volevi essere!’. Questo non vuole dire che io abbia fatto cose che non mi piacessero, ma sicuramente ho subito un po’ l’influenza di tante persone che mi circondavano, anche dei discografici. Oggi ho un grande rispetto per la musica ma a questa età ed oggi, devo dire che ho un’altra consapevolezza.

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