La musica italiana dal 1951 ha un appuntamento imprescindibile e che, in un certo quale modo, ha il potere di dettare legge sui gusti musicali di grande parte della popolazione. Stiamo parlando del Festival di Sanremo, anche conosciuto come il Festival della canzone italiana. Ormai giunto alla sua settantesima edizione (che prenderà il via il prossimo 4 febbraio per poi concludersi l’8 dello stesso mese), si tratta di un evento attesissimo e di cui, da mesi, non si fa che parlare. Alla conduzione quest’anno ci sarà Amadeus mentre, negli ultimi giorni, sono stati resi noti i 24 artisti scelti per prendere parte alla competizione.
Il caso di Mina
Al termine del Festival di Sanremo verrà quindi decretato il vincitore di questa settantesima edizione il cui brano, con ogni probabilità, riecheggierà nelle radio, su Spotify, in televisione e nelle case dei cittadini, mettendo un po’ in ombra gli altri partecipanti. Nella storia del Festival, però, ci sono state anche delle eccezioni: canzoni incredibilmente belle che hanno avuto una pessima riuscita a Sanremo, ma che sono diventate famosissime poi. Il primo esempio, più eclatante, è quello di Mina: il suo brano Le mille bolle blu si classificò solo quinto nell’edizione del 1961 e lei, delusa dal risultato, decise di non presentarsi più in gara. Eppure, che successo ottenne poi.
Tutte le canzoni flop al Festival di Sanremo
Quello di Mina non è l’unico esempio di come, nella storia del Festival di Sanremo, qualche abbaglio sia stato preso. Un’avventura, l’unico brano con cui Lucio Battisti partecipò alla competizione, si classificò nono nel 1969; Lucio Dalla, con la sua Piazza Grande (1972), ottavo. E tutti ricorderanno il caso, arcinoto, di Vasco Rossi: la sua Vita Spericolata (1983), una delle canzoni più note della musica italiana, si piazzò al penultimo posto. Stessa sorte toccò a Zucchero con il suo Donne (1985). E per concludere in bellezza: Mia Martini con un capolavoro del calibro di Almeno tu nell’universo (1989) non andò oltre la nona posizione.

