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Gino Paoli, il flirt con Mina: “Ci frequentammo finché…”

Mina e Gino Paoli hanno di certo rappresentato due pilastri della storia della musica italiana. Due artisti straordinari che hanno poi collimato in quello che, senza ombra di dubbio, è uno dei brani più straordinari della tradizione musicale nostrana. Stiamo ovviamente parlando de Il cielo in una stanza, brano del 1960 che venne scritto e composto proprio da Paoli e che venne affidato alla straordinaria interpretazione di Mina. Quello che, però, in pochi sanno è che tra i due volti della musica italiana ci fu anche del tenero; un sentimento di attrazione che poi trovò il suo naturale sfociamento in una semplice e genuina stima reciproca.

La cotta per Mina

A raccontare la vicenda che legò Mina e Gino Paoli fu lo stesso cantante in una lunga intervista rilasciata al settimanale Chi diversi anni fa. «Per Mina presi una piccola cotta, era una ragazza molto affascinante», aveva dichiarato senza troppi giri di parole. «Col tempo ho capito che fui colpito da lei perché era una forza della natura come il Po della sua Cremona, la città dove è nata». Un’attrazione che, ovviamente, riguardava anche l’aspetto più prettamente artistico. «Il suo modo di cantare è assolutamente istintivo, non è sofisticata come sembra. Ed è capace di fare sua qualsiasi canzone interpreti, di trasformarla in qualche cosa di completamente diverso da ciò che persino l’autore aveva immaginato».

Il racconto di Gino Paoli

Tra Mina e Gino Paoli ci fu anche un breve periodo di frequentazione, stando a quanto dichiarato dal cantante. «Cominciammo a vederci finché a un certo punto qualche divergenza ci divise», aveva raccontato. Una rottura piena di acredine, che portò Paoli a non volere più che Mina incidesse Il cielo in una stanza. «Ma lei mi telefonava e insisteva. Allora cedetti a patto che interpretasse anche una cosa d’un mio amico, Giampiero Reverberi», aveva spiegato.

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