Coronavirus, il lavoro riparte: mamma e papà a chi lasciano i piccoli?

Il 4 maggio, un lunedì, ripartirà l’Italia del coronavirus. Per gradi, con cautela. Progressivamente. Alcune attività, non tutte subito, cominceranno a essere riavviate. Si tornerà a lavorare nelle fabbriche e nelle aziende.

Uffici, studi professionali, imprese dovranno predisporre distanze di sicurezza e tutte le altre misure necessarie a garantire la possibilità di un lavoro a prova di virus. Altrimenti scatteranno controlli e sanzioni.

Le famiglie torneranno a “respirare” una vita normale. Con alcune non piccole incognite, però. I genitori, ad esempio, a chi lasceranno i figli piccoli se le scuole resteranno sbarrate? È ormai certo, infatti, che prima di settembre gli istituti scolastici non riapriranno. L’anno, per gli studenti, è, di fatto, ormai terminato. Naturalmente gli esami di terza media come della Maturità, ci saranno. Ma sarà tutto per via telematica.

E allora papà e mamma come gestiranno i bambini nelle ore in cui staranno fuori casa? I nonni? Sarebbe un problema. Gli anziani sono la fascia debole, in assoluto più aggredita dal Covid-19. Adesso non possono svolgere, come fanno anche troppo spesso, il ruolo di “custodi” dei piccoli. Troppo pericoloso esporli al contagio che proprio dai bimbi potrebbe involontariamente derivare. Una delle iniziative annunciate dal governo Conte riguarda il voucher baby sitter. Pensato per venire incontro alle esigenze delle famiglie.

Basterà? Un’altra ipotesi, piuttosto realistica, è l’incentivo allo “smart working”, il “lavoro intelligente”, ossia da casa. Qualcosa che potrebbe aiutare le famiglie a gestire meglio il tempo di vita dei bambini. Esisteranno ancora nei mesi a venire i posti di lavoro così come li abbiamo conosciuti? Probabilmente no, evolveranno.

Le aziende che potranno saranno spinte (e forse spingeranno esse stesse) a far lavorare i dipendenti il più possibile da casa e il meno possibile in sede. Con quali condizioni salariali e garanzie contrattuali? Presto per dirlo. Sarà una rivoluzione anche per le famiglie italiane. I genitori dovranno imparare ancor di più a prendersi cura dei figli lontani da scuola. Per i bambini la vita cambierà. E non è detto che sia in peggio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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