Se grandi le grandi industrie del nord sono ormai pronte a ripartire, sono i piccoli imprenditori del terziario italiano a far sentire la propria voce in queste ore di confusione e panico per il futuro: a rappresentarne le ansie ci sono i grandi ristoratori d’Italia, su tutti uno scatenato Gianfranco Vissani. Il celebre chef umbro ha preso la parola nel corso di un’intervista all’AdnKronos, esplicitando tutto il proprio malcontento. “Riaprire nei tempi ipotizzati dallo Stato è una farsa“, tuona all’agenzia stampa. “Tanto vale restare chiusi“.
Lo sfogo del celebre chef nelle settimane della chiusura forzata: “Servono aiuti concreti”, spiega Gianfranco Vissani, “altrimenti è solo una farsa”
L’idea del plexiglass o delle entrate scaglionate non convince Gianfranco Vissani, che vede nelle difficoltà finanziarie il primo problema del settore. “Nessuno di noi vuole far contagiare un cliente o un cameriere“, spiega. “La questione riguarda la mancanza di aiuti concreti. Dateci una mano a ripartire, io ho già perso sei matrimoni, decine di serate… Ho due ristoranti chiusi, e chi me li paga diciotto dipendenti?“.
L’appello, ricorrente in queste ore, è dunque quello ad una forma di aiuto economico per sostenere le imprese rimaste in stato di fermo: ne è convinto Gianfranco Vissani, che si fa megafono di tale richiesta. “Se ci lasceranno chiusi altri due mesi avremo bisogno di aiuti seri“, conclude. “Siamo concreti: non chiediamo soldi, ma fateci pagare le tasse tra due anni. Credono forse che il giorno che riapriremo avremo i locali pieni? Senza turisti, tra barriere e mascherine? Gli aiuti devono essere per noi, non per le banche. Devono essere a fondo perduto, se vogliono far ripartire i nostri ristoranti. Altrimenti, resta solo una tragica farsa“.
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