Coronavirus gruppo sanguigno: chi rischia di meno il contagio
Un recente studio della società privata ’23andMe‘ ha coinvolto oltre 750.000 partecipanti in una ricerca scientifica. Il capo ricercatore di questo studio Adam Auton, insieme alla sua equipe impegnata nella genomica e nella biotecnologia, hanno appena dato una notizia che potrebbe notevolmente aiutare altri studiosi. Quanto detto dal ricercatore, le persone con il gruppo sanguigno 0, correrebbero meno rischi di contrarre il Coronavirus. Ciò potrebbe notevolmente influire sullo sviluppo della pandemia.
Lo studio preso in esame dalla ’23andMe’ che ha sede a Mountain View in California; avrebbe capito i motivi per cui alcuni pazienti contraggano il nuovo virus ‘SARS-COV-2‘ sviluppando grandi infezioni rispetto ad altri che presentano lievi sintomi. Dunque, i dati dello studio genetico, ancora in corso, sembrano confermare l’importanza del gruppo sanguigno in base alla percentuale dei contagi. Ciò sta a specificare che, il sangue di tipo 0 può proteggere contro il nuovo virus.
I primi risultati
Il campione sottoposto allo studio scientifico ha risposto notevolmente all’ipotesi e ciò potrebbe rivelarsi una notizia rivoluzionaria ed importante nel campo della scienza. I primi risultati dicono che le persone con il gruppo sanguigno di tipo 0 hanno tra il 9 ed il 18% di probabilità in meno di risultare positivi al Covid-19. Rispetto agli altri gruppi sanguigni, sembrerebbe dunque che il gruppo 0 riesca a prevenire anche altre forme gravi della malattia.
“Questi risultati sono validi se adeguati all’età, al sesso, all’indice di massa corporea e all’etnia.”
Le notizia è apparsa scritta su un post pubblicato nel blog della società, il quale menziona il capo ricercatore Adam Auton che dichiara:
“Sono stati inoltre segnalati collegamenti tra il Covid-19, la coagulazione del sangue e le malattie cardiovascolari.”
Anche se le prove di studio sembrano esser convincenti, c’è altrettanta strada da fare. I risultati sono comunque fondamentali ed in linea con altre ricerche, che studiano il modo con cui i gruppi sanguigni possano reagire dinnanzi al Coronavirus.
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