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Compra le sigarette e cade nel panico: nel pacco la foto della moglie morta

Un’esperienza traumatica quella di un uomo che compra le sigarette e sul pacco trova la foto della moglie morta: panico inevitabile. Il fatto è avvenuto a Misano Adriatico e il protagonista della vicenda è un cinquantenne che è rimasto senza parole alla vista dell’immagine. Di certo molte delle foto (se non tutte) che oggi si trovano stampate nei pacchetti di sigarette generano spesso sgomento, ma in questo caso la perplessità e lo stupore è senza dubbio di altro livello.

Per l’uomo trovare la foto della moglie morta da anni, nel pacchetto di sigarette, è stata una sorpresa completamente inaspettata; ma come si può immaginare non si è trattato di un “regalo” piacevole e apprezzato.

Le conseguenze dopo aver trovato la foto della moglie morta nel pacchetto di sigarette

Il racconto del protagonista della vicenda è davvero colmo di rammarico; trovare un parente, malato terminale, stampato nei pacchetti di sigarette non sarà sicuramente una bella esperienza, ma se avviene tutto all’insaputa è assolutamente più traumatico. Secondo il racconto dell’uomo la moglie:

Non è morta per patologie legate al fumo. Ma questo non conta, quello che è successo è terribile“.

Ciò che infatti ha scosso maggiormente il cinquantenne è il fatto che l’immagine della sua consorte defunta è stata utilizzata senza alcuna autorizzazione da parte di alcun familiare. L’uomo infatti si rivolto al suo avvocato e ha fatto causa alle multinazionali delle sigarette chiedendo un risarcimento di 100 milioni. Ma la risposta da parte delle parte presa in causa è arrivata inaspettata:

Le segnaliamo che le immagini che appaiono sui pacchetti sono tassativamente indicate e incluse negli elenchi stabiliti dalla normativa europea e dalla legislazione nazionale e non c’è alcuna discrezionalità nella scelta delle immagini da parte degli operatori del settore”.

Quindi apparentemente non ci sarebbe nessuna violazione della privacy, tuttavia l’avvocato del cinquantenne ha deciso di proseguire nella causa è ha spiegato:

Ci hanno consigliato di rivolgerci al dipartimento della Commissione Europea o al ministero della Salute e di certo lo faremo“.

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