Come dimenticare i mitici, nostalgici e stupendi giocattoli anni ’80? Ecco una gallery ad hoc per fare un tuffo nei ricordi più belli…
Per chi è cresciuto negli anni ’80, parlare di giocattoli può causare un tuffo al cuore. Le immagini che ricordano i mitici passatempi con cui tanti bambini sono cresciuti sono sbiadite e ingiallite e offrono una patina vintage che è nostalgicamente irresistibile. Com’erano i giocattoli negli anni ’80? La X generation, nata e cresciuta a pane, Candy Candy e colori sgargianti, era abituata a creare, pensare, scoprire, costruire. I giocattoli erano incantevoli, permettevano di usare la fantasia, istruivano divertendo e, ora che tanti bambini vivono fin troppo affidati alla tecnologia, è impossibile non rimpiangere il Dolce Forno o le costruzioni Playmobil.
Molti giocattoli anni ’80 erano finalizzati a emulare il mondo degli adulti in piccolo, preparando i ragazzi (e facendoli divertire) a compiti che avrebbero assunto più avanti. Come il Dolce Forno, delizioso e rosa, che permetteva di provare a cucinare, o Gira la Moda, che insegnava a disegnare mettendo insieme stili e colori, mentre la Baby Mia permetteva di provare a essere mamme o papà. Anche il fortino di Playmobil, che nei primi ’80 era tra i top dei giocattoli, era strutturato in modo che i bambini imparassero a costruire, a creare qualcosa. Poi c’erano i giocattoli che stimolavano la fantasia e illustravano mondi straordinari come i mini pony, Jeeg Robot d’acciaio, dei Cavalieri dello zodiaco o Crystal Ball.
Gli anni ’80 possono essere riassunti nel cubo di Rubik, un gioco di intelligenza (chi è riuscito a risolverlo? Probabilmente pochi) ma che era funzionale anche come anti-stress per i momenti di relax di adulti e bambini. Semplice quanto iconico e indimenticabile era anche Forza 4, che lanciava e rilanciava sfide. E poi c’erano le bambole e i bambolotti o le loro case: la casa di Barbie, come il camper, era in primo piano tra i giocattoli più richiesti a Natale. E poi, molto tempo prima che Barbie avesse un fidanzato di nome Ken, si giocava con il classico prototipo di macho man: Big Jim. I giocattoli anni ’80 riflettevano anche un’epoca, quella reaganiana, di consumi sfrenati, individualismo sgargiante e del classico slogan dell’uomo denim, “che non deve chiedere mai”.
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