Scattano multe anche molto onerose. E in teoria il carcere per chi viola le norme contenute nel nuovo Dpcm anti Covid entrato in vigore oggi 6 novembre. Come è noto, il decreto firmato da Conte – rinviato più volte fino a ora – prevede misure restrittive progressive. Ossia in base alle tre aree in cui è stata divisa l’Italia: gialla, arancione e rossa. Nella prima area, quella in cui il rischio di contagi da coronavirus è meno grave, rientrano 14 regioni su 20. Nella seconda (l’area arancione) rientrano Puglia e Sicilia. Nella terza, la rossa, quella a più alta criticità, si collocano Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Calabria.
Chi non avrà un valido motivo per circolare, potrà incorrere in una sanzione da 280 euro. La quale potrà arrivare a 560 euro in caso di recidiva. Per chi viola la quarantena (da osservare in caso di riscontrata positività al coronavirus) è prevista invece la denuncia penale con l’arresto da tre a 18 mesi. A cui si aggiunge una multa che può andare da 500 a 5mila euro.
Per potersi spostare sarà necessario avere con sé il modello (o firmare quello fornito dalle forze dell’ordine in un eventuale controllo) per l’autocertificazione. Ogni cittadino può scaricarla dal sito del ministero dell’Interno. I motivi che consentono di circolare nelle zone rosse sono gli stessi dei primi mesi della pandemia del Covid (a primavera di quest’anno): lavoro, salute e necessità.
Se nelle zone rosse negozi, bar e ristoranti dovranno rimanere chiusi, nelle zone gialle potranno continuare a lavorare ma con delle regole precise. Saracinesche alzate dalle 5 alle 18, numero limitato di clienti all’interno, massimo quattro persone sedute al tavolo e obbligo di mascherina tranne quando si beve e si mangia. In caso di violazione delle norme le multe vanno da 280 euro a 560. I ristoratori rischiano anche la chiusura fino a cinque giorni.
Non sono, invece, previste sanzioni per la violazione delle raccomandazioni contenute nell’ultimo Dpcm del premier Conte. Tra queste l’invito a muoversi il meno possibile anche laddove, come nelle zone gialle, sono ancora permessi gli spostamenti da un Comune all’altro o da una Regione all’altra.
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