Volenti o nolenti, anche quest’anno il Natale è arrivato con un mese e mezzo di anticipo. Forse, in un periodo duro e complesso come questo, tutti abbiamo bisogno di sognare, di sentire vividi il calore e le emozioni. In un anno con pochissimi abbracci funziona così. Tornando alla festa, più profana che sacra in alcuni frangenti, l’uomo simbolo è senza alcun dubbio Babbo Natale. Per i bambini, e non solo, l’arrivo di Babbo Natale mette in pausa i disastri e la tristezza del mondo; c’è nell’aria un suono di campanelli e si sente odore di cannella. Per dimostrare riconoscenza e per essere sicuri che Babbo Natale sia passato davvero in ogni casa, i bambini di mezzo mondo gli lasciano in cucina latte e biscotti. Ma sarà solo questa la motivazione? In realtà no, la tradizione affonda le radici in tempo lontanissimo…
Perché si lasciano latte e biscotti a Babbo Natale?
A volte si compiono alcuni gesti perché pensiamo che rappresentino la nostra tradizione, quella della nostra famiglia, del nostro popolo. E in alcuni casi è così. Per quanto riguarda però il latte e i biscotti lasciati a Babbo Natale, quella è ben lontana dall’essere nostra. La tradizione infatti affonda le proprie radici nella mitologia norrena. C’erano il dio Odino con i suoi cavalli, così come c’è un vecchio omone canuto con le sue renne. Per permettergli di rifocillarsi e per far sì che lo facciano anche le renne, gli si lasciano, appunto, latte e biscotti. Prodotti poveri che si trovano praticamente in ogni casa. Chiaramente ogni bambino vive l’attesa in maniera diversa: c’è chi scalpita e non riesce a dormire, c’è chi, preoccupato di non ricevere nulla, fila a letto senza dire una parola. E c’è chi, curioso come non mai, finge di andare a letto, ma spesso sgattaiola fuori dalle coperte per verificare se Babbo Natale sia arrivato o meno. Tutti, però, gli lasciano latte e biscotti in segno di gratitudine.
