Con l’arrivo nei prossimi mesi di una quantità di fondi dall’Europa senza precedenti, l’Italia è chiamata a pianificare con attenzione gli investimenti cercando di evitare sovrapposizioni tra i fondi strutturali e le risorse del Next Generation Eu. È quanto indicano a Bruxelles fonti vicine al dossier. Per un uso corretto dei fondi europei servirà un’attenta cooperazione tra i ministeri e tra il governo centrale e le amministrazioni locali, che dovranno creare sinergie per incanalare gli investimenti nelle aree prioritarie – a partire dalla doppia transizione verde-digitale -, simili per le diverse tipologie di fondi Ue.
Il momento è troppo importante. Perché da un lato c’è la necessità di spendere i fondi Ue in fretta e dall’altro quella di spenderli bene. Se i circa 200 miliardi del Recovery sono infatti da spendere entro il 2026, i 13 miliardi di euro del React-Eu andranno usati entro il 2023. A Bruxelles si riconosce che l’Italia si sta attrezzando in questa direzione con sistemi di monitoraggio che potrebbero individuare e prevenire le sovrapposizioni.
“Ringrazio tutti e 27 gli Stati membri per il lavoro titanico che hanno fatto. In meno di un anno, quindi, ci siamo. La nostra ripresa sta per cominciare: i piani (i Recovery plan nazionali, ndr.) sono il faro e i soldi cominceranno ad arrivare nelle prossime settimane”. Così appena ieri, 8 giugno, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è rivolta ai Paesi dell’Unione che hanno richiesto i finanziamenti del piano Next Generation Eu, il cosiddetto Recovery fund. La presidente era intervenuta al dibattito in corso al Parlamento europeo a Strasburgo.
“A oggi abbiamo ricevuto 23 piani nazionali – ha dichiarato von der Leyen riferendosi ai Pnrr di ciascun Paese -. Si tratta di progetti che lanciano un messaggio molto chiaro”. “Gli europei – ha sottolineato – sono pronti per un nuovo inizio. I nostri cittadini sono pronti per vivere in modo sostenibile, più digitale e più resiliente nel futuro“. “Questo – ha continuato von der Leyen – è un traguardo importante. Dall’accordo sul Next Generation Eu al nostro vertice Ue di quattro giorni lo scorso luglio, all’approvazione dei primi piani nazionali, ci è voluto meno di un anno. Oggi voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tutto ciò: il Parlamento europeo, per il suo sostegno a Next Generation Eu, tutti i 27 Stati membri, per l’enorme mole di lavoro che hanno messo nei loro piani. E anche più di 300 colleghi della Commissione europea, che stanno lavorando a questi piani quasi 24 ore su 24, insieme ai loro omologhi nazionali”.
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