
Alfonso Signorini è attualmente impegnato nella conduzione della settima edizione del Grande Fratello Vip e, mentre nel loft di Cinecittà si narrano le storie dei concorrenti, il direttore del settimanale Chi, sceglie le sue pagine per raccontare un suo episodio di vita vissuto anni fa.
Sono puntate delicate e fitte di dettagli quelle che da qualche giorno occupano il prime time di Canale 5 quando, ad essere in onda è il Grande Fratello Vip. La settima edizione doveva essere quella dell’inclusione. Ma è stata proprio questa parola ed esser stata contestata dal pubblico, e non solo, per la poca sensibilità di alcuni dei concorrenti nei confronti della richiesta di aiuto dell’ex vippone Marco Bellavia. E mentre i gieffini continuano a raccontarsi H24 nella Casa del reality show, Alfonso Signorini lo fa in un editoriale su Chi.

Signorini non racconta mai molto di sé, della sua vita privata. Ma in questo editoriale ha deciso di aprirsi lasciando trapelare un ricordo che non è affatto andato via. Ma è rimasto nella memoria ed anche sulla pelle.
Quando gli inizi seppur faticosi sono diamanti della nostra esistenza
Prima che diventasse un giornalista, Alfonso Signorini, vendeva enciclopedie porta a porta e lo faceva con passione. Erano gli anni dell’università e per mettere da parte qualche soldo extra aveva scelto di impiegare il suo tempo libero dallo studio così: “Quando la porta si apre, metà del lavoro è già fatto. A quel punto sorridi e cominci a parlare. Non scoraggiarti se ti senti dire che non vogliono nulla o che non sono interessati, parla a raffica. Se alla fine la porta sarà ancora aperta, è fatta. Io ero abbastanza bravo. Anche se poi non mancavano gli incidenti di percorso” ha raccontato il conduttore e giornalista aprendo una breve parentesi proprio sul possibile ‘incidente’ nel quale si è imbattuto anni fa Signorini bussando alla porta di un uomo poco predisposto all’ascolto. E da questo, ecco la genesi della sua cicatrice all’occhio sinistro.

“In un quartiere di periferia a nord di Milano, ad aprirmi la porta venne un tipo in canottiera che mi bloccò immediatamente. Non ho figli io. Che me ne faccio della tua enciclopedia?. Io andai avanti a parlare come ero abituato a fare: L’enciclopedia apre la mente, ci rende migliori…. Spazientito, il tipo con la canotta a un certo punto, afferrato il volume dell’enciclopedia che gli avevo messo in mano, me lo tirò in faccia: “Dell’ignorante non me lo dai, hai capito?“, quella cicatrice di tanto tempo fa è rimasta e, ogni qualvolta la vede accarezza quel segno sulla sua pelle perché gli ricorda quel periodo della sua vita duro, ma che gli ha acconsentito di arrivare dove è ora.
