È un’attività che ci riguarda tutti, chi più e chi meno, ma ha effetti dannosi sull’organismo di ciascuno: sapete di cosa si tratta? La scienza ha difatti decretato che si tratta di un’azione che può influire negativamente sul benessere, sia fisico che psicologico: scopriamone di più.
Che sia una semplice questione caratteriale, che dipenda dall’indole di ciascuno o che sia un semplice modo di affrontare la vita: tutti, periodicamente, lo facciamo. Ciononostante, sebbene possa sembrare un’attività quasi “catartica”, in realtà si tratta di un’azione che potenzialmente ha degli effetti dannosi sul nostro corpo e, al contempo, sulla nostra psiche: ma avete capito di cosa si tratta?
Ebbene sì, la scienza ha così sentenziato: lamentarsi può creare gravi problemi sulla nostra salute. Sia che si traduca in uno sfogo relativo a una singola circostanza, che a una situazione più complessa, la lamentela non sembra essere una buona soluzione. Quest’ultima, infatti, può comportare diversi effetti negativi al benessere psicologico. Ma scopriamo nello specifico cosa accade al nostro corpo quando ci lamentiamo.
A discapito delle aspettative, lamentarsi non è affatto salutare. Non ha un effetto catartico, ma anzi peggiorativo sulle condizioni di ciascuno di noi. Questo perché, per farlo, è richiesto un dispendio di energie non indifferente e, soprattutto, una notevole quantità di tempo. Un’altra dimensione che spesso viene invece trascurata è quella relativa all’influenza che si esercita sulle altre persone. Il comportamento che si esercita in occasione della lamentela, infatti, si estende inevitabilmente anche verso l’esterno, coinvolgendo chi si trova ad interagire con chi si lamenta.
Una tale influenza non può che contagiare, a sua volta, altre persone, spingendole a mettere in atto comportamenti di difesa, che si manifestano attraverso il distanziamento sociale, con il fine di difendere la propria serenità. In tal senso, la lamentela cronica ha un effetto a breve termine di liberazione. Subito dopo quegli effetti, all’apparenza benefici, subentrano infatti una serie inevitabile di conseguenze danno: la pesantezza mentale, il dolore, la sofferenza, il senso di ingiustizia e solitudine sono solo alcuni degli effetti negativi riscontrati.
Il comportamento lamentoso può nascere per diverse ragioni. Spesso, chi si rifugia nella lamentela cronica ha acquisito un modello di riferimento familiare da cui non è riuscito a prendere le distanze. Per questo, è portato replicare inconsciamente quelle azioni. Tale disagio può anche nascere per altre motivazioni, come ad esempio da parte di chi ha subito un torto. La lamentela, in quest’ottica, acquisirebbe i tratti di una “rivendicazione” dello sgarbo ingiustamente subito. Ciò comporta anche un senso di incomprensione, che il “lamentoso” sente di avvertire da parte degli altri, che non riescono a cogliere il suo disagio
Come si può riuscire a reiterare tale comportamento? La soluzione migliore consisterebbe nell’imparare a sfogarsi in maniera matura, facendo ricorso, ad esempio, a tecniche di scrittura psicologica. Un’altra tecnica pratica potrebbe essere quella di ritagliarsi un momento della giornata, liberandosi in solitudine, senza necessità della presenza altrui. Ciò permetterebbe di riacquistare lucidità mentale e, soprattutto, una buona dose di fiducia in se stessi.
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