
Si è risolto il contenzioso tra Striscia la Notizia e l’inviato Fabio De Nunzio. Il suo compagno Mingo lo aveva incastrato.
Nel maggio del 2015 era stata scoperta una truffa ai danni di Striscia la Notizia da parte dei due inviati pugliesi Fabio De Nunzio e Domenico De Pasquale. Dopo la messa in onda di un servizio su un finto avvocato, la Procura di Bari si era mossa per trovare il truffatore. Le indagini, però, hanno portato a scoprire che quell’avvocato era in realtà un attore: Antonio Ricci ha dichiarato di non essere a conoscenza della messa in scena e la colpa è ricaduta esclusivamente sui due ex inviati. La truffa ai danni di Mediaset ammonterebbe a 170 mila euro poiché in seguito a ulteriori indagini, i servizi truffaldini realizzati in questi anni dagli inviati per il tg satirico sarebbero ben 10. (LEGGI ANCHE: CHIUSE LE INDAGINI SU MINGO DI STRISCIA LA NOTIZIA. ECCO COS’È EMERSO)
Un comunicato di queste ore che arriva proprio da Striscia la Notizia, informa che: “Striscia la notizia e Fabio De Nunzio sono giunti a un reciproco chiarimento che ha permesso loro di risolvere il contenzioso insorto. Nelle ultime settimane l’ex inviato pugliese De Nunzio ha spiegato di essere stato lui stesso ingannato dal suo ex compagno Domenico De Pasquale, in arte Mingo, che dapprima lo aveva tenuto all’oscuro della falsità di alcuni dei servizi. Le indagini della Procura di Bari hanno confermato che Mingo e la moglie hanno operato unilateralmente, taroccando alcuni servizi in danno di Striscia e all’insaputa dello stesso Fabio, il quale sia in pubblico sia in privato, ha espresso dispiacere per l’accaduto rammaricandosi di non essersi accorto di nulla e smarcandosi finalmente dal suo vecchio socio. Striscia ritiene dunque di poter credere alla buona fede del suo ex inviato”.
Ad una nota si affida la replica dell’ex collega Mingo: “Mi stupisce che soltanto ora Fabio De Nunzio dichiari pubblicamente di essere stato – a suo dire – “truffato”. Una consapevolezza un po’ tardiva se si pensa che fino a qualche giorno fa abbiamo condotto insieme una battaglia legale in tutte le sedi giudiziarie. È l’evidente dimostrazione che ha preferito incassare un assegno da Mediaset, così come proposto precedentemente anche a me, piuttosto che lottare nel nome della verità dei fatti”.
