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Fabrizio Corona accoltellato alla schiena: “Sono vivo per miracolo. Brumotti è un infame”

Durante la puntata di ieri sera di Non è l’Arena, il programma di Massimo Giletti, Fabrizio Corona finalmente racconta tutta la verità sull’aggressione subita. Poi si scaglia contro Vittorio Brumotti: “E’ un infame”.

Lo ricordiamo: Fabrizio Corona era stato aggredito e ferito nella periferia di Milano mentre stava girando un servizio giornalistico. Per la precisione, l’ex paparazzo si trovava nel pericolossimo bosco della droga di Rogoredo, luogo governato dall’anarchia e dallo spaccio. Fabrizio era lì in compagnia di una troupe proprio come inviato di Giletti per girare del materiale per Non è l’Arena. Il racconto di Corona era stato concitato e a tratti spaventoso: un nutrito gruppo di spacciatori stranieri lo avrebbe circondato per poi prenderlo a calci e pugni.

Queste le sue parole per raccontare l’accaduto: “Stasera mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare. Mentre le uniche inchieste realizzate sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona, Io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l’Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata. Tutto questo solo per raccontare in maniera oggettiva, come ho sempre fatto, la realtà. Ora, in questo momento ringrazio Dio per aver protetto mio figlio Carlos Maria”, aveva scritto su Instagram.

A torto o ragione, visto il personaggio, non tutti avevano creduto a questa versione dei fatti. Sebbene per testimoniare l’incidente era stata pubblicata una foto che ritraeva Fabrizio sdraiato su una barella, sanguinante, qualcuno ancora non dava credito alle sue parole. Per questo il padre di Carlos ha approfittato dell’ospitata in studio per mettere alcuni puntini sulle “i”. 

Fabrizio Corona a Non è l’Arena: il suo servizio e i racconti dal vivo

Ieri sera, finalmente, durante la puntata di Non è l’Arena è andato in onda il famoso servizio che stava per costare caro all’ex paparazzo. Ospite in studio, Fabrizio Corona ci ha tenuto ad introdurre il pezzo con una dichiarazione molto forte: “Quello è il bosco della droga dei disperati. Non esiste cocaina lì, quella è droga per ricchi, ma esiste cocaina taglia male e mischiata ad altre sostanze chimiche.” 

Poi è passato a parlare del motivo che lo ha spinto ad intraprendere questa avventura giornalistica: “Io vivo di adrenalina. E lì dentro provavo adrenalina. Eravamo in 5, ma siamo entrati solo in 3. Io, un russo, con tanti anni di galera alle spalle, e l’operatore. Avevamo due telecamere nascoste: una con infrarossi e una con il microfono”.

Solo al termine della messa in onda del servizio, invece, l’ex paparazzo ha speso di nuovo alcune parole per commentare l’aggressione. Corona ha ripercorso i momenti più pericolosi ed è sceso nei minimi particolari per affermare la sua verità. “Mi hanno strappato la maglia e i pantaloni. Dopo aver visto i microfoni nascosti, mi hanno picchiato”, racconta, e aggiunge: “Ho ancora il segno delle coltellate dietro la schiena”. 

Il lieto fine è arrivato insieme ad una, prima, prevedibile provocazione. Giunto a narrare l’epilogo che lo ha visto liberato dai suoi aguzzini per loro stessa volontà, dice: “Nel mondo della criminalità mi vogliono molto bene”. Avrà voluto intendere qualcosa di più?

Fabrizio Corona a Non è l’Arena: “Brumotti è un infame”

La seconda provocazione, piuttosto esplicita, Corona la fa mettendo a confronto il suo tentativo di reportage nel mondo dello spaccio con quelli di Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la notizia. Quest’ultimo aveva intrapreso da tempo la strada della denuncia dello scandalo delle piazze della droga in Italia, ma a detta di Fabrizio non con la giusta dose di coraggio. 

Rimanendo fedelissimo al suo stile, ha ignorato l’opportunità di fare una critica costruttiva ma preferisce scagliarsi usando parole davvero forti. Per Corona, Brumotti è un ‘infame’: in uno strano paragone parla della sua ‘infamata’ (il servizio televisivo) ai danni degli spacciatori e la mette a confronto con il modus operandi di Vittorio. Poi spiega: “Per esempio, quando Brumotti va in queste situazioni, ma si limita a urlare restando lontano, per me si comporta da infame. Perché spettacolarizza un dramma che non va spettacolarizzato. Per me quella di Striscia la notizia è solo satira, dicono di essere già andati loro nel bosco della droga ma non è vero: sono andati di giorno. Non è una gara di programmi ma io non sono andato lì per cercare popolarità, non ne ho bisogno. Sono pieno di popolarità in questo momento”.

Photo Credits: Facebook

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