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Primo Piano

Amanda Knox contro l’Italia: “Non mi sono potuta difendere”

Amanda Knox ha commentato la sentenza della Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia a risarcire la ragazza statunitense per il processo a suo carico. Stando al Tribunale di Strasburgo, l’Italia ha violato il diritto alla difesa della Knox durante l’interrogatorio del 6 novembre 2007, il primo dopo il delitto di Meredith Kercher. Secondo la Corte, questo fallimento iniziale ha compromesso l’equità del procedimento. “Sono stata interrogata per 53 ore in 5 giorni, senza un avvocato, in un linguaggio che capivo forse come un bambino di 10 anni. Quando ho detto alla polizia che non sapevo chi avesse ucciso Meredith, sono stata schiaffeggiata sulla nuca mentre mi dicevano Ricorda!” scrive Amanda sul suo sito internet.

Come riporta il settimanale Giallo, i giudici europei hanno escluso torture e violenze, eppure la Knox parla solo di quelle. Dimentica, inoltre, di dire che i giudici hanno stabilito un risarcimento, ma molto inferiore a quanto chiesto da lei e i suoi avvocati. L’Italia le dovrà pagare 18.400 euro: 10mila e 400 per danni morali e 8mila di rimborso di spese legali. A fronte di una richiesta rispettivamente di 500mila e 30mila. La cifra è nettamente inferiore perché i giudici europei, pur riconoscendo che sono stati violati i suoi diritti, hanno stabilito anche che non ci sono prove dei maltrattamenti di cui l’americana accusa la polizia italiana.

Eppure, la Knox scrive sul suo sito: “Quello che non è stato riconosciuto è stato il fatto che gli stessi investigatori e inquirenti hanno sottoposto persone innocenti, Raffaele e me, a torture psicologiche e abusi fisici mentre eravamo sotto interrogatorio. Ho creduto a quelle persone (gli investigatori). Erano adulti. Rappresentavano l’autorità. E mi hanno mentito…sulla mia presenza fisica sulla scena del crimine. Non avrei dovuto mai essere accusato, meno che mai condannata, per calunnia“.

Raffaele Sollecito: “Il carcere mi ha distrutto la vita”

Raffaele Sollecito torna a far parlare di sè e del delitto di Perugia, che l’ha visto protagonista insieme alla sua ex fidanzata Amanda Knox. Tanti anni sono trascorsi e dopo l’esperienza dietro le sbarre, si è rifatto una vita lontano dall’Italia. Sollecito venne assolto definitivamente dalla Cassazione. “Adesso vivo in Francia, mi sono trasferito qui per lavoro, ho avuto un’opportunità e mi sono trasferito. Ormai le mie immagini non vanno in onda molto spesso, neppure in Italia mi riconoscono spesso per strada. Quando ho a che fare con le persone, c’è chi ha seguito di più il processo ed è più empatico e chi continua ad avere dubbi e pregiudizi”.

Sulla sua esperienza in carcere ha detto: “Nel mio caso non ci fu violenza in termini fisici, ma ho sempre sottolineato la violenza psicologica insensata: siamo stati più di dieci ore di notte in Questura, tenuti come dei mafiosi che cercavano di sfuggire alle loro responsabilità. In realtà stavano facendo un buco nell’acqua. Dimostrare che ci siano stati maltrattamenti in Questura è difficile. Io su questo non posso dire niente, quando fui interrogato Amanda era lontana da me. Amanda Knox è stata spaventata da investigatori che non hanno saputo fare il loro dovere e che si sono innamorati di una teoria che non aveva riscontri nella realtà. Per me questo è un grandissimo punto fermo e tiro un sospiro di sollievo. Sono felice di andare a testa alta riguardo a una vicenda che ha infangato il nome mio e della mia famiglia”. 

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