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Omicidio Loris Stival, quel messaggio inquietante di Veronica Panarello prima della morte del figlio

Nuovi aggiornamenti su Veronica Panarello, la madre di Lorys Stival ritenuta colpevole dell’omicidio del figlio. Delle sue dichiarazioni arrivano direttamente dal carcere di Torino, dove adesso è detenuta. A riportare le sue parole, l’avvocato Francesco Villardita intervenuto questa mattina alle telecamere di Storie Italiane. Qualche giorno fa, dei vandali avrebbero danneggiato la lapide del piccolo Loris e Veronica si è così espressa: “Perché hanno fatto questo? Loro non sanno cosa significa per me quel posto“.

“Il ricorso verterà su tre punti”

Presenteremo il ricorso in Cassazione, ci stiamo già lavorando”,  dichiara Villardita dopo la lettura delle motivazioni della sentenza. Il legale annuncia che il ricorso verterà su tre punti. “Il primo è certamente l’elemento soggettivo del reato. Si parla di dolo d’impeto, ma anche di pianificazione con il sopralluogo di Veronica Panarello al canalone, e questa è una contraddizione“, spiega l’avvocato. E poi arriva al secondo punto: “E’ l’assenza di movente e in un delitto di questo genere non può non esserci”. Il terzo punto riguarda “la capacità di intendere e volere dell’imputata, scompare la criticata sindrome di Medea, finita nel dimenticatoio”.

Villardita ha ribadito ciò anche alle telecamere de La Vita in Diretta. “Il difetto e vizio di motivazione è rappresentato dalla contraddittorietà tra una volontà che mal si concilia con l’impeto“, dice in riferimento al primo punto enunciato sopra. E ritorna anche sul secondo punto: “Il movente è essenziale in un processo di questo genere, non è plausibile l’assenza di un movente in un caso di un omicidio come questo“. Il legale ai microfoni del programma di Rai 1 ha rivelato di aver sentito recentemente la sua assistita: “Mi ha chiesto di mandarle una copia della sentenza perché vuole leggerla. L’andrò a trovare prima di presentare il ricorso in Cassazione“. Nelle motivazioni si parla di una Veronica Panarello “omicida lucida e spietata”. Intanto la donna ha espresso il desiderio di tornare in Sicilia. Lo ha confermato il suo avvocato: “Vuole tornare a Catania. Doveva essere soltanto un breve periodo di tre mesi a Torino che si sta protraendo”.

Lorys Stival: Veronica Panarello sempre più sola in carcere

Ad agosto 2018, tre mesi dopo la sentenza di secondo grado, Veronica ha chiesto di essere trasferita in un altro carcere. La donna desiderava andare nel penitenziario di Vigevano, in provincia di Pavia, dove lavorare e studiare, attività che le erano precluse nel carcere di Catania. I magistrati hanno accolto in parte la sua richiesta: Veronica è stata trasferita, non a Vigevano, bensì a Torino dov’è tuttora detenuta.

Stando a quanto riporta il settimanale Gialloa Torino la Panarello non si trova bene e vuole tornare in Sicilia. Il suo legale, Francesco Villardita, è andato a trovarla nelle ultime settimane per verificare di persona le condizioni di salute della donna. A farle visita recentemente è stato anche il padre Francesco Panarello, unico familiare a esserle rimasto vicino. Ai due Veronica avrebbe detto di non essere stata accolta bene dalle altre detenute: non ha legato con nessuna di loro.

Durante l’ora d’aria preferisce rimanere in cella: insomma, la donna è sempre più sola. Come scritto da Giallo, Veronica ha trascorso il Natale in solitudine, chiusa nel suo dolore e nei suoi silenzi. Del resto, dopo la conferma della condanna in Appello, alla trentenne rimane solo un’ultima speranza: la Cassazione. Se anche i Supremi Giudici dovessero confermare quanto dichiarato precedentemente dalle due sentenze, allora la Panarello dovrà rassegnarsi al suo destino.

Omicidio Loris Stival, Veronica Panarello: spunta un audio con la voce della madre

Un nuovo indizio sul caso di Loris Stival, il bimbo ucciso nel novembre del 2014.Durante una puntata del programma Mediaset, “Segreti e Delitti” è spuntato un nuovo audio in cui la mamma del bimbo, Veronica Panarello parla con il padre descrivendo un episodio avvenuto un attimo prima del terribile delitto. 

“Davide mi sono ricordata che una settimana fa quando ho accompagnato Loris a Taekwondo sono passati quattro ragazzi, uno più piccolo e gli altri più grandi e hanno iniziato a insultarmi, mi ricordo“. “Io – continua la madre di Loris – ho abbassato il finestrino perché Lorys era sceso dalla macchina e gli hanno detto: sei uno sporco italiano e gli sputarono. Io li ho rimproverati e loro sono scappati, erano tunisini se li vedo li riconosco

Veronica Panarello: “lucida e spietata” nell’uccidere Loris

Nelle ultime ore, la Corte d’Assise di Appello di Catania ha depositato le motivazioni della sentenza di condanna a 30 anni di reclusione per Veronica Panarello. La donna è colpevole di aver ucciso, il 29 novembre 2014, a Santa Croce Camerina, il figlio Loris Stival. In 174 pagine, i giudici motivano la decisione di conferma della sentenza di primo grado. La Corte sottolinea con insistenza la lucida crudeltà della donna che non premeditò il delitto, pur pianificandolo.

La Panarello ha, infatti, agito “scientemente e lucidamente, senza esitazioni di sorta, per sopprimere quella giovanissima vita da lei generata, ma ha altresì dimostrato l’assenza di qualsivoglia forma di resipiscenza subito dopo la commissione dell’orribile crimine, omettendo di attivarsi in qualche modo per salvare il figlio che era ancora in fase agonica, chiamando i soccorsi o invocando l’aiuto di altre persone a tal fine. La donna si è invece adoperata senza alcuna pietas secondo il piano poco prima prestabilito per cercare di eliminare le tracce del delitto con l’occultamento del cadavere di Loris e addirittura simulando una violenza sessuale ai danni del bambino da parte di ignoti per depistare le indagini“.

Tale concetto, come scrive Repubblica, è ribadito anche nella discrasia delle perizie sulla durata dell’agonia di Loris. 3-4 minuti secondo il medico legale incaricato dalla procura, Giuseppe Iuvara, e 30-90 minuti secondo il consulente Bartoloni. “La più lunga durata dell’agonia premortale dedotta dal professore Bartoloni – scrive la Corte – potrebbe rilevare, come già evidenziato dal Gup, quale ulteriore elemento per valutare negativamente la condotta della Panarello successiva alla perpetrazione del delitto, avendo avuto la stessa, consistente tempo a disposizione per intervenire e salvare la vita del bambino“. Ma non lo fece.

Conflitti familiari e l’ansia come movente dell’omicidio

Sempre secondo i giudici, il movente dell’omicidio sarebbe da collegare “a nodi conflittuali nella sfera familiare ed alle conseguenti sensazioni di profonda angoscia d’ansia della Panarello, che hanno agito come una miccia, innescando nella donna una fortissima rabbia in relazione ad un comportamento di Loris, avvertito come pericoloso o troppo fastidioso, tale da scatenarle l’impulso di metterlo a tacere“. Quella maledetta mattina, Loris non voleva andare a scuola e la sua resistenza avrebbe innescato il litigio con la madre. Nel frattempo, il legale della Panarello, Francesco Villardita, ha preannunciato il ricorso in Cassazione.

Veronica Panarello, la Bruzzone: “Era perfettamente lucida”

Sulle pagine del settimanale Dipiù, la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone dice la sua sul caso. “Come avevo già avuto modo di scrivere, l’esito del processo di secondo grado era ampiamente prevedibile dal momento che l’impianto accusatorio nei confronti della donna è, a dire poco, agghiacciante” esordisce l’esperta.

“Per i giudici, e a mio parere – continua la criminologa – è stata lei a uccidere il bambino ed era perfettamente lucida. Anche quando, per costruirsi un alibi verosimile, ha rimesso in moto la macchina per dirigersi al corso di cucina nel resort di Donna Fugata. Dopo avere gettato il corpo del figlio nel canalone. Da qui la conferma della sentenza di primo grado nella sua interezza. Sentenza che, a mio avviso, troverà conferma integrale anche nel terzo e ultimo grado di giudizio ancora pendente”. “Veronica ha agito in maniera lucida e spietata e la follia non ha giocato alcun ruolo in questa terribile vicenda“. L’appuntamento con i supremi giudici è sempre più vicino” conclude l’esperta.

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