Detto da loro

Fedez, le dichiarazioni: dal nuovo tour alla rottura con Rovazzi [VIDEO]

La musica è sempre il centro di tutto

Fedez è un eclettico artista italiano, tra i più popolari sui social e non, marito della più famosa fashion blogger\influencer italiana, Chiara Ferragni. Gli inizi come rapper, dalla gavetta ai centri sociali, per lo più con esibizioni free style, poi cantante che si autoproduceva, fino alle prime grandi produzioni e il concerto allo stadio San Siro di Milano. Nell’intervista “4 chiacchiere con Fedez”, si racconta a Marco Montemagno, in un botta-risposta davvero variegato ed interessante. Dalle sue risposte viene fuori il suo punto di vista su molti argomenti, primo fra tutti, ovviamente, la musica. Si parte dal suo ultimo tour, iniziato da pochi giorni. Il Paranoia Airlines Tour chiude il cerchio di un lavoro personale, quello di Fedez, che non nasce come un espansivo, che ha dovuto però “adattarsi”, per lavoro

I concerti sono la cosa del mio lavoro che mi pesa di meno. Ma anche la cosa più liberatoria. Ho imparato negli anni a godermela, all’inizio non era così facile. Io vengo da 4 anni di tour ininterrotti, quindi l’esigenza era quella di fare qualcosa di nuovo. Quello che ho fatto è stato andare a prendere dei ragazzi italiani, che sono andati a lavorare all’estero. Sono dei visual designer che lavorano per i più grandi dj internazionali. Abbiamo creato uno show interattivo, nuovo.

Le novità del tour e una critica al punto di vista italiano

E davvero, Fedez ed il suo entourage, hanno creato qualcosa di mai visto in Italia prima d’ora. Un palco interattivo, con due schermi, uno anteriore ed uno posteriore allo stage. Questi schermi creano una vera e propria profondità in 3D, che “comunica” con l’artista, in una sorta di gioco tra ologrammi e ritmi, luci e colori. Un personaggio a 360° quello di Fedez, che critica la visione piatta e retrograda italiana sul modo di fare musica ed intendere gli artisti. In USA un cantante guadagna dalla sua musica, certo, ma anche da tutto il resto: sponsorizzazioni, merchandising, fattori esterni alla musica. In Italia chi monetizza con qualcosa di diverso dalla musica, secondo la nostra visione, si sta svendendo. Un po’ quello che è accaduto a Fedez quando, contattato dal marchio Samsung per uno spot, ha deciso di inserire anche la canzone “Prima di ogni cosa”, dedicata a suo figlio. Un modo per veicolare il singolo a più persone, a suo dire. Un modo per guadagnare con gli affetti, secondo gli haters sui social.

La rottura con Rovazzi e J-Ax

Interrogato in merito alla rottura con i suoi due prima amici, poi soci, Rovazzi e J-Ax risponde

Non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto con Fabio e non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto con Ax. Abbiamo fatto delle grandi cose, indipendentemente dal lato musicale. Ovviamente non abbiamo fatto cose alte in termini musicali, ma in termini discografici abbiamo fatto delle cose belle. Inizialmente tutti ci dipingevano come una lobby discografica, che a tavolino aveva creato questo ‘mostro’ come se fosse una catena di montaggio della discografia. Ma non era vero. Fabio faceva la canzone, perché sul lato artistico faceva tutto lui, e noi mettevamo a disposizione i mezzi per poter fare queste cose. Noi siamo stati bravi a chiudere con i brand, bravi ad andare in televisione ma inizialmente Fabio era un mio amico. Andavamo in vacanza insieme, facevamo i video diari insieme.

Si riferisce ovviamente anche alla Newtopia, l’agenzia di talent scouting e produzione discografica, fondata a quattro mani con J-Ax.

La spontaneità con cui è nata questa cosa secondo me si è percepita. Le separazioni nascono perché io non riesco a vivere queste cose in maniera artefatta. Anche perché, mio errore molto grande, mischio l’affettività al lavoro e a un certo punto non riesco più a recitare la parte del separati in casa e poi riflesso di Pavlov davanti alle telecamere.

Ed è così che chiude la polemica, lasciando intendere l’errore da lui fatto di aver mescolato l’affettività all’ambito lavorativo. Nel momento in cui una delle due viene a mancare, ovviamente, anche l’altra viene meno.

 

 

 

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