Vincenzo Mollica dice addio al Tg 1: il discorso commovente
Lo storico giornalista del Tg 1 Vincenzo Mollica dice addio al suo lavoro e saluta tutti i colleghi con un discorso commovente. Dopo 40 di onorata carriera l’esperto indiscusso di spettacolo e cultura va in pensione. In occasione della festa organizzata in suo onore dal direttore Giuseppe Carboni, Mollica si conceda da tutti e parla in maniera divertente ma anche commovente.
Un ultimo saluto quello di Vincenzo Mollica che non passerà inosservato. Dopo 40 anni l’esperto di cultura e spettacolo del Tg 1 si conceda dal suo lavoro, ma prima ringrazia tutti i colleghi e i telespettatori che negli anni lo hanno sempre apprezzato.
I saluti commoventi di Vincenzo Mollica
Ha presenziato al settantesimo Festival di Sanremo su esplicita richiesta di Amadeus e Fiorello. I due conduttori hanno fatto sì che per Vincenzo Mollica venisse prorogato di un mese il pensionamento, per poter partecipare al suo ultimo Festival in qualità di giornalista del Tg 1. Nelle ultime ore però è giunto il momento dei saluti e Mollica si concede un discorso davvero toccante. Il giornalista esordisce: “Quando sono entrato non mi sembrava vero. Sono sempre stato orgoglioso di lavorare per il Tg. Quando sono entrato ero con Enrico Mentana e ci sembrava Disneyland, un posto fantastico”. Con affetto Vincenzo Mollica prosegue poi: “Ho sempre considerato importanti le persone e non le casacche che vestivano, di cui non mi è mai importato. Tutte le persone che hanno lavorato al Tg1, di loro mi è sempre importato, dalla redazione agli operatori, fino agli assistenti. Sono stati tutti persone, più che personaggi o casacche”.
Il “grazie” finale
Ed infine i ringraziamenti: “Vorrei dire grazie e dire che a governarmi è stata sempre la passione. Una parola importante, non perdetela mai quando fate questo mestiere. Grazie a tutti quelli che mi hanno voluto bene, regalandomi tanto affetto e collaborazione, rapporti sincero. Ma grazie anche ai figli di mignotta, voglio dedicare loro un pensiero perché ci sono stati e ci saranno sempre. Sono una categoria particolare cui bisogna dire grazie, perché ci hanno indicato bene la strada che non dovevamo perseguire”.
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