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Coronavirus: Santa Corona, è lei che dobbiamo pregare

Chi posso pregare perché ci liberi dalla pandemia del coronavirus? Sono tanti i credenti che si fanno questa domanda nei giorni da incubo che stiamo vivendo. Le pandemie come la peste, del resto, hanno sempre spinto, nel corso della storia, alla preghiera. Questo riguarda in generale la cultura e la devozione religiosa italiana ed europea. Il cristianesimo annovera non pochi santi considerati salvatori dalle pandemie.

Santa Corona

Ad Anzù, nel comune di Feltre (provincia di Belluno) si venera santa Corona (nella foto in alto il dipinto che la raffigura), una delle più importanti figure a cui appellarsi, per i credenti, proprio per chiedere la salvezza dalle pandemie. Si venera nel Santuario dei Santi Vittore e Corona. I santi Vittore e Corona sono patroni di Otricoli (Terni), Feltre (Belluno), Castelfidardo (Ancona), Rivalta di Torino (Torino), Castelminio di Resana (Treviso), Canepina (Viterbo), Monte Romano (Viterbo), Vallerano (Viterbo) e della diocesi di Belluno-Feltre. Vittore, secondo la tradizione, era un soldato romano del II secolo dopo Cristo, martirizzato per non aver rinnegato la sua fede cristiana. Corona sarebbe stata invece la moglie non ancora sedicenne di un compagno d’armi di Vittore. Anche Corona fu sottoposta ad atroci torture e uccisa.

Santa Rita

Ci santi altri santi che, per vicende legate alla loro vita si sono dimostrati particolarmente attenti a un problema o a una particolare emergenza. A cominciare da santa Rita che curò i malati di peste nel lazzaretto di Roccaporena (Perugia). A lei ha dedicato una speciale preghiera l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo. Sempre a lei si è rivolta la madre priora del Monastero Santa Rita di Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis.

San Sebastiano

Oltre a santa Rita e san Rocco, le invocazione contro la peste e le pandemie si rivolgono anche a san Michele Arcangelo, sant’Antonio abate, san Cristoforo e san Sebastiano. Quest’ultimo perché le ferite causate dalle frecce di cui è trafitto nell’iconografia classica sono paragonate ai bubboni della peste.

Il San Sebastiano di Andrea Mantegna

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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