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Cose da Vip

Coronavirus, cos’è l’Avigan? Su quali pazienti ha funzionato?

La domanda che ci si pone, sempre più spesso, e ogni giorno con maggiore intensità, è: esiste un farmaco per curare i malati affetti da covid-19? La risposta non è un secco no. I farmaci che potrebbero avere degli effetti benefici sui pazienti delle terapie intensive, che hanno contratto il coronavirus, sono in fase di sperimentazione. A seguito di un video postato da un giovane farmacista romano e che ha fatto il giro dei social in meno di dodici ore, in molti hanno pensato che l’Avigan, oggetto del filmato, fosse un farmaco “segreto”, in grado di curare. Vediamo perché non è così, o per lo meno non ancora.

Cos’è l’Avigan? 

L’Avigan è un antinfluenzale e nel video in questione si precisa che, se somministrato ai primi sintomi di covid-19, potrebbe essere fondamentale. Ma andiamo per gradi. In Giappone esistono diverse sperimentazioni con l’Avigan e nessuno ha contestato, né messo in discussione, gli studi effettuati sul farmaco. Tuttavia, si esige un’importante sicurezza prima di definirlo “il farmaco che cura il coronavirus”. Con le dovute cautele, cerchiamo di capire cosa sappiamo effettivamente dell’Avigan. 

Il prodotto farmaceutico è stato autorizzato in Giappone nel 2014, al fine di trattare determinate forme influenzali. Tuttavia, a causa di importanti controindicazioni (come, ad esempio, la depressione), è stato prontamente tolto dal mercato. Oggi, di fronte all’emergenza coronavirus, è tornato nei laboratori per capire se effettivamente possa in qualche modo contribuire alla cura dei malati. Ricordiamo anche che si tratta di un farmaco non autorizzato nei paesi europei e negli Stati Uniti. 

Informiamo che anche l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, si è espressa in merito all’Avigan e alla sua efficacia: “il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa […] non ci sono prove che ne dimostrino l’efficacia”. E’ poi però arrivata la conferma che oggi, 23 marzo, la commissione approfondirà la questione per andare a fondo e capire se si possa aprire un dialogo sul farmaco e il trattamento dei sintomi del covid. 

 

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