Il rapporto tra Mogol e Battisti ha creato numerosi capolavori nell’ambito della musica italiana. Un sodalizio che piaceva tantissimo al pubblico, ma che ad un certo punto è terminato. Il motivo lo svela proprio Giulio Rapetti, che in un libro parla anche del rapporto con il grande interprete italiano: ecco la verità.
Mogol e Lucio Battisti: ecco perché è finita
Un sodalizio umano e musicale di successo quello tra Lucio Battisti e Giulio Rapetti, in arte Mogol. I due artisti hanno condiviso molti anni insieme, creando successi indiscussi della musica italiana. Ad un certo punto, però, hanno preso strade diverse e il motivo non è mai stato svelato. A parlarne per la prima volta è stato proprio il paroliere in Mogol. Il mio mestiere è vivere la vita, uscito per Rizzoli, in cui c’è scritto:
Allora c’era questa formula per cui il musicista prendeva l’8% e il paroliere il 4%, la Siae voleva così. Battisti quando ha iniziato era un dilettante, eppure io non ho mai voluto fargli firmare nessun documento sotterraneo. Sempre il 4% a me l’8% a lui. Quando abbiamo venduto i diritti dei brani alla Numero Uno ho detto che avrei scritto alla pari: 6% a lui e 6% a me, altrimenti non avrei più scritto. Da allora Lucio ha cominciato lavorare con altri.
Una questione tutta economica?
Dalle parole di Mogol sembra che alla base della rottura tra lui e Lucio Battisti ci fosse un disaccordo di natura economica. Ma nonostante tutto tra i due rimase un buon rapporto, e l’autore dei famosi testi ricorda Battisti come un grande artista:
Grandissimo musicista, compositore e interprete. Il produttore dei Beatles gli offrì un contratto mondiale che lui non volle firmare…
Un rapporto di stima che è andato oltre i dissidi e le incomprensioni.
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