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Il bon ton del picnic, che non è mai passato di moda

Tutte le regole per organizzarlo e la storia del pasto all'aperto così amato

Complice la bella stagione, i distanziamenti da rispettare per prevenire l’epidemia Covid-19, ma soprattutto la voglia di stare all’aria aperta, il picnic in compagnia è tornato di gran moda. Ma come possiamo organizzarlo al meglio e rendere il picnic chic e rispettoso delle regole del bon ton?

Innanzitutto l’origine della parola deriva dal francese pique-nique, che in francese abbina piquer (prendere, rubacchiare, spilluzzicare) all’arcaico nique (piccola cosa di poco valore). Il termine sembra si sia diffuso a partire dalla fine del XVII secolo e, inizialmente, si riferiva alla frugalità dell’evento. Si contrapponeva ai riti imposti dal pranzo, ed era composto da pochi e semplici cibi sottratti direttamente alla cucina. L‘Oxford English Dictionary registra l’apparizione, nella lingua inglese, del vocabolo picnic nell’anno 1748, utilizzato da Lord Chesterfield Philip Stanhope.

bon ton del picnic

Il bon ton del picnic e quella voglia di stare tra la natura

Con il termine picnic si identifica quel tradizionale pasto all’aperto che abbia una funzione sociale e ludica e non solamente alimentare. Per questa ragione è opportuno organizzarlo seguendo delle regole. La più importante di queste, che riguarda il bon ton del picnic, non ammette di lasciare avanzi sul prato sia di cibo che di cartacce o stoviglie. Ciò che lo caratterizza è infatti il piacere del contatto con la natura e la partecipazione di più persone che provvedono a portare singolarmente il cibo che viene poi condiviso, senza avere l’ufficialità e lo sfarzo del convivio aristocratico-nobiliare.

La storia

Durante il XVIII secolo la nobiltà era solita avere un seguito di servitori che imbandivano tavolate all’aria aperta, a seguito di partite di caccia che vedevano le prede essere preparate al momento. Nel XIX secolo ci si riferiva al picnic come alla consumazione di un pasto in allegria e in clima rilassato da effettuarsi sui prati, in riva ad un fiume o sulla spiaggia, perdendo il desiderio di aggregazione in favore di un approccio più intimo, ideale contorno per il corteggiamento.

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Come organizzare un picnic bon ton in maniera perfetta

Parola d’ordine preparate cibi in monoporzioni, facili anche da prendere con le mani. Picnic è sinonimo di relax, quindi bando allo stress. Ognuno porta qualcosa. L’usa e getta va fatto con moderazione: non esageriamo con stoviglie in plastica, preferiamo in materiale biodegradabile e tovagliolini, tupperware e barattoli in vetro. Non dimentichiamo la borsa frigo per mantenere fresche le bevande e il thermos se non rinunci al caffè o al thè caldo nemmeno en plein air. Lasciamo il prato che ci ha accolto come l’abbiamo trovato: è opportuno portare diversi sacchetti in cui separare i rifiuti a banchetto finito. Via libera quindi a sandwich mistitramezzinifocaccine ripiene, torte dolci o salate, in genere cibi asciutti che non colino, che si possano prendere facilmente con le mani. Non dimentichiamo un telo impermeabile o un paio di plaid su cui stendersi. Portiamo uno spray anti-zanzare.
picnic bon ton
Anche il decor è importante. Stare a contatto con la natura non significa avere una tavola trasandata e non curata. Invece che utilizzare tovaglioli di carta e piati di plastica, nocivi all’ambiente, possiamo optare su tovaglioli di stoffa o fiori. Non dimentichiamo il cestino di vimini per le stoviglie (o una cassetta per la frutta in legno come alternativa ancora più green, ma anche cuscini per stare comodi e un parasole (o ombrellone) per assicurare ombra almeno a bevande e menù.

Il picnic nell’arte e nel mistero

Questo particolare momento conviviale ha fin da subito attirato artisti nel campo dell’arte e della letteratura. Basti pensare al famoso dipinto Colazione sull’erba (Le déjeuner sur l’herbe) di Edouard Manet, realizzato nel 1863. Ma anche La colazione dei canottieri di Renoir del 1880 fino alla Colazione sull’erba di Claude Monet nel 1865.

Édouard_Manet_Colazione_Sull’ ErbaCelebre al riguardo è il film Picnic ad Handing Rock di Peter Weir del 1975 tratto dall’omonimo romanzo  della scrittrice australiana Joan Lindsay pubblicato nel 1967. Una storia che ha lasciato tutti in sospeso, per quel finale mai svelato. O forse la soluzione esiste e sta nel 18esimo capitolo, pubblicato solo diversi anni dopo. Chi è rimasto curioso può leggere infatti The Secret of Handing Rock, pubblicato postumo.

I libri dedicati

Sono numerosi i volumi che suggeriscono idee per un picnic originale e su luoghi particolarmente affascinanti per viverlo. Tra questi Il favoloso mondo del picnic di Antonella Guzzardi un manuale per organizzare eventi perfetti, senza lasciare nulla al caso. Ma anche Grigliate e Picnic o il Picnic e altri guai di Gerald Durrell. Infine il podcast Libri da Picnic è un progetto per avvicinare i giovani alla lettura. Sul canale Spotify di Fondazione Aida si trovano dei frammenti di lettura per invogliare i preadolescenti a scoprire storie e romanzi, letti da loro coetanei.

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