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Franco Trentalance: “Sesso? Ecco cosa mi chiedono uomini e donne”

Non è affatto facile sintetizzare la carriera di Franco Trentalance. Ci vorrebbero pagine e pagine. Franco è tra i pornodivi più noti a livello europeo, con sedici anni di carriera alle spalle (dal ’97 a oggi) e 440 film all’attivo per un totale di 950 scene hard; ma è anche un regista del settore a luci rosse, un personaggio televisivo, una voce radiofonica, uno sportivo. Ha scritto un libro, collaborato con alcuni magazine, è apparso in diverse pellicole cinematografiche e alcuni cortometraggi, ha ottenuto una marea di riconoscimenti e partecipato a spettacoli teatrali. Un vulcano in perenne eruzione, insomma. Negli ultimi tempi ha deciso di rallentare parecchio con l’hard perché “è come nello sport: dopo tanti campionati, dopo che hai vinto scudetti, Coppe, Champions League, Europei… Che altro devi fare?“. E’ un tipo pacato, Franco. O forse sarebbe meglio – sì, decisamente meglio – definirlo un fuoco sotto cenere. Risponde con voce un po’ pigra un sabato pomeriggio, mettendo subito in chiaro che non è propriamente un tipo da gossip perché fa una “vita monacale“.

Dai, Franco, non puoi dire che fai una vita monacale. Tu proprio non puoi, su…

Ma è la verità! Sono uno che si fa i cavoli suoi. Poi vivo a Bologna, una città molto meno esposta rispetto, per esempio, a Roma e Milano. Non vado quasi mai in discoteca, frequento due-tre ristoranti “protetti”, organizzo spesso cene a casa con gli amici. Ho già troppe occasioni per i bagni di folla, ci manca solo che mi metto a fare il fenomeno nella vita privata…

A proposito di vita privata: single o impegnato?

Mah, in questo periodo sono single. Strano, perché di solito dopo l’estate mi ritrovo a vivere storie più importanti… Stavolta non è successo.

LE FOTO DI FRANCO TRENTALANCE

Sei uno dei pornoattori più celebri a livello internazionale ma da qualche tempo a questa parte stai andando in altre direzioni…

Sì, sto facendo innanzi tutto diverse cose dal vivo con i comici di Zelig fra cui Dario Cassini, I Fichi d’India, Giuseppe Giacobazzi, Sergio Sgrilli.

Fai da spalla?

La maggior parte delle volte interpreto me stesso nel ruolo di mental coach nell’arte della seduzione. Poi loro prendono fischi per fiaschi e nasce la gag.

Sei anche reduce da un’esperienza al fianco di Giancarlo Giannini.

Ho un cameo nel film Oggi a te… domani a me, che non hanno ancora finito di girare. Piccolo ruolo, ma grandissimo onore: Giannini è un mito vivente del cinema.

Nel tuo futuro ci sono dunque principalmente il cinema e la tv?

Non mi dispiacerebbe continuare su questa strada. D’altra parte sono ormai sei anni che lavoro anche in tv. E’ cominciato tutto nel 2006, con la partecipazione al Bivio condotto da Enrico Ruggeri, e poi sono arrivate tante altre esperienze: il Maurizio Costanzo Show, Le Iene, Lucignolo, La Talpa, Domenica Cinque, Ciao Darwin. Mi piace sperimentare sempre, fa parte della mia indole.

Hai amici nel mondo dello showbiz?

Sì, diversi. Da Filippo Timi a Fabio De Luigi, da Giorgia Wurth a Justine Mattera e Fausto Brizzi. E poi lo stesso Giocobazzi, Clemente Russo, Paolo Ruffini… Sono tanti.

Chi lavora nel porno deve fare i conti con i pregiudizi altrui?

Più che pregiudizi, sono paradossi. Magari c’è qualcuno che fa fatica a chiacchierare in pubblico con me, prova un certo imbarazzo e poi, in privato, mi chiede consigli e pareri sul sesso.

Ti capita spesso che chiedano consigli?

Hai voglia! Dovrebbero darmi la laurea in sessuologia honoris causa (ride, ndr)

Le due domande più frequenti da parte degli uomini?

Come durare di più e la tattica per convincere la compagna a praticare sesso anale e non farle male.

E le donne, invece, cosa ti chiedono più di frequente?

Il sistema per far “impazzire” un uomo, rendendosi indimenticabili, e il modo per trovare il punto G.

Domanda inevitabile: cosa ne pensi di quei personaggi più o meno noti e/o più o meno in “declino” che decidono di cimentarsi con l’industria del porno? L’esempio immediato è ovviamente Sara Tommasi, ma adesso anche l’ex Secchione Luca Tassinari e il disturbatore Gabriele Paolini sono scesi in campo…

Mah, sono cose che lasciano il tempo che trovano. Lo facessero pure, ma non potranno mai costruire una carriera duratura. Questo è un mestiere molto difficile, non ci si può improvvisare.

Cosa c’è di tanto difficile, a parte il fatto di dover essere sempre… pronti?

E ti pare poco?

No, scusa, in effetti hai ragione.

Tutti pensano che l’ostacolo più grande sia la presenza della gente intorno. Ma non è così, a quello ti abitui. La cosa difficile è il sesso a comando: stabiliscono un posto e tu vorresti farlo in un altro, la scena si gira di sera e a tu senti l’istinto di giorno, la tua partner è bruna e formosa e a te invece sarebbe piaciuta la biondina esile… E infine la durata: una performance sul set non dura mai meno di un’ora e mezza

Ma nella sfera privata le donne non nutrono una sorta di timore reverenziale nei tuoi confronti, la paura di non essere all’altezza?

Beh, quelle timorose non mi si avvicinano neanche. Quelle che incontro, in genere, sono mosse dalla voglia di imparare e sperimentare. E poi io credo di avere una certa naturalezza che mette a proprio agio.

Ormai tutti i personaggi noti, chi più e chi meno, sono presenti sui social network: tu frequenti Twitter e Facebook?

No, ero su Facebook ma ho preferito cancellare l’account. Così come ho fatto cancellare i fake dalla Polizia Postale: erano decine e decine.

Ma qualche profilo che corrisponde al tuo nome c’è ancora.

Sono nuovi, li stanno rifacendo. Ma sono falsi. Se qualcuno vuole contattarmi, può farlo tramite il mio sito ufficiale www.francotrentalance.com: sono realmente io a rispondere, lo scrivi? Così leviamo ogni dubbio…

Anche tu hai prestato il volto per la mostra fotografica “Basta” promossa da Tamara Onlus: una campagna, un grido contro la violenza sulle donne.

Sì, ci sono anche io. Mi è sembrato davvero il minimo, spero che il messaggio arrivi con tutta la sua forza.

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