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Omicidio Marco Vannini, Antonio Ciontoli lo lasciò morire? Ecco il perché del suo comportamento dopo lo sparo

Per la Corte d’Assise di Roma non vi sono dubbi: Antonio Ciontoli ha sparato al fidanzato della figlia, Marco Vannini. Il comportamento successivo del sottufficiale della Marina Militare, per i giudici, è legato al suo intento di attenuare i guai sul lavoro. Ciò è quello che si evince dalle motivazioni della sentenza.

Si riaccendono i riflettori sull’omicidio di Marco Vannini, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola mentre si trovava nella villetta di famiglia della fidanzata Martina Ciontoli, e su quella che dall’intera opinione pubblica è ritenuta un’ingiusta condanna. Sul finire del mese di luglio la pm Alessandra D’Amore ha presentato ricorso in appello contro tutti, ad eccezione però del capofamiglia Antonio Ciontoli, condannato in primo grado a 14 anni di reclusione per omicidio volontario; ciò perché per una recente legge non ci si può appellare alle attenuanti generiche. La pm è tornata a chiedere 14 anni di reclusione per gli altri tre imputati, la moglie Maria Pezzilo e i due figli, Martina e Federico Ciontoli, con il riconoscimento dell’accusa di omicidio volontario, aggiungendo inoltre che venga attribuito l’omissione di soccorso per Viola Giorgini, presente quella tragica sera in cui Marco Vannini è stato ucciso.

Ed è proprio il ruolo di Antonio Ciontoli nella vicenda che in questi mesi è stato più volte oggetto di dibattiti. Per la Corte d’Assise di Roma il sottufficiale della Marina Militare “Si è comportato con il prevalente intento di attenuare le conseguenze dannose nel suo ambito lavorativo“. Proprio per questa ragione il capofamiglia ha temporeggiato dopo aver sparato al giovane Marco Vannini. A porre particolare attenzione su tale elemento è il Corriere della Sera. Per questa ragione Antonio Ciontoli è stato condannato per omicidio volontario.

Per quanto riguarda Maria Pezzillo e i due figli, Martina e Federico Ciontoli, la Corte si è così pronunciata nelle motivazioni della sentenza: “La moglie e i figli  sono soggetti adulti, di cultura medio alta, capaci di adottare condotte opposte a quelle tenute“. I giudici hanno ritenuto di condannare a 3 anni di reclusione per omicidio colposo i tre familiari di Antonio Ciontoli, assolvendo Viola Giorgini.

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