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Caso Denis Bergamini, Roberta Bruzzone: “E’ stato ucciso”

Sulle pagine del settimanale Giallo (che potete trovare in edicola dal 20 al 26 dicembre) la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone dice la sua sul caso Denis Bergamini. L’esperta, in particolare, fa riferimento alla testimonianza, emersa solo recentemente, sulla tragica notte del 18 novembre 1989. Secondo quanto riferito da un uomo alla sorella di Denis, il calciatore del Cosenza sarebbe stato travolto dal camion quando era già privo di vita. Una testimonianza, questa, che si adatterebbe perfettamente con quanto sospettato dagli inquirenti dopo la riapertura delle indagini nel 2017. “In considerazione del tempo trascorso dai fatti e della complessità del caso, accolgo con favore la decisione della Procura che ha deciso di fare definitivamente chiarezza su ciò che avvenne quella notte” afferma la Bruzzone sulla sua rubrica.

La principale indagata rimane Isabella Internò, ex fidanzata di Denis e unica testimone oculare del presunto suicidio del calciatore. Per la Procura, la donna avrebbe agito in concorso con Raffaele Pisano, l’autista del camion sotto cui, secondo quanto riferito dai due, Bergamini si sarebbe lanciato volontariamente per farla finita dopo una discussione con la ragazza. Gli accertamenti medico-legali, disposti nel 2017, hanno però delineato uno scenario estremamente diverso. L’autopsia sul cadavere di Denis ha infatti stabilito che l’allora 27 enne sarebbe stato stordito con il cloroformio, soffocato, adagiato ormai esanime sulla strada e sormontato dal camion per mettere in scena il suicidio. “Gli esiti degli ultimi accertamenti non sembrano lasciare dubbi sulle reali circostanze in cui è maturato il decesso di Denis. Mi aspetto di qui a qualche mese la formalizzazione del capo di imputazione e la richiesta di rinvio a giudizio” conclude la criminologa.

Il racconto del testimone

“Quella sera di tanti anni fa, io ero poco più che un ragazzo, e mi trovavo per circostanze di lavoro dietro a quel camion. Mi ero fermato poco prima a una stazione di servizio che vendeva sigarette, ed è passato questo camion. Se non mi fossi fermato, forse in quell’episodio (l’investimento di Denis, ndr) sarei rimasto coinvolto io. Questo è sempre stato il mio dubbio. Comunque, sono ripartito dietro di lui… Questo camion improvvisamente frena. Il camion si ferma e poi non riparte… Quindi scendo, vado dal lato destro, perché a sinistra passano le macchine, e mi metto a camminare vicino al guard-rail, ma inciampo nelle gambe (di Denis, ndr)… Vado più avanti, l’autista era ancora nel camion, scioccato anche lui. Io apro lo sportello e dico: ma cosa è successo? E lui mi risponde: io non l’ho visto, non l’ho colpito, era già per terra

Sono queste le parole drammatiche che un supertestimone ha detto in una telefonata del 2011 a Donata Bergamini, sorella di Denis. L’uomo ha in seguito confermato la sua versione anche di fronte agli inquirenti. Il racconto (riportato su Giallo) non finisce qui.

“Non convinto, ho guardato la cabina e non ho visto ammaccature – continua -. Se quel camion avesse travolto una persona, la pedaliera sarebbe stata storta da un lato e dall’altro. Invece, anche dalle foto si vede che non era storta. Insomma, la cabina non aveva nessun segno di ammaccatura. Ho visto che lui non l’ha colpito… Se l’è trovato di colpo, piovigginava, se l’è trovato davanti. E lui ha frenato, quel poveretto lì, ha frenato. […] Vi posso dire che dal lato di là, comunque, della piazzola, mi sono accorto che c’erano tre persone, tra cui una ragazza che urlava disperata. E c’era una macchina nera. Io non riuscivo a capire. Ho attraversato la strada e sono andato verso di loro. Ai due uomini che erano lì ho chiesto: Scusate ma è un vostro parente? Questi due hanno preso la donna e l’hanno infilata in macchina… la tenevano praticamente. Uno di questi mi ha risposto in modo brutale: No! No! No! Erano giovani e alti“.

 

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