Angelina Jolie, le due figlie ricoverate: “Dentro e fuori la sala operatoria”
I tempi duri non fanno sconti a nessuno, neanche alle celebrità. Lo sa bene Angelina Jolie, che lo ha raccontato al Time in occasione della festa delle donne, lo scorso 8 marzo (quello che per il mondo e per l’Italia ha rappresentato un vero ‘weekend di fuoco’).
L’ex moglie di Brad Pitt ha svelato così i retroscena di un momento davvero delicato per la sua famiglia, che l’ha costretta anche a non presenziare a Londra durante i Bafta 2020: “obblighi familiari”, questo ha comunicato ufficialmente la portavoce dell’attrice, lasciando un alone di mistero sulla vicenda. Mistero che, adesso, è la stessa Jolie a risolvere, confidando durante l’intervista le sue più forti preoccupazioni.
È un periodo piuttosto difficile per la famiglia Pitt-Jolie, che ha non pochi pensieri in merito alla salute dei propri figli. Ad allarmare Brad e Angiolina, e insieme a loro tutti i rispettivi fan della coppia, sono le condizioni di salute della figlia Zahara (15 anni) e dell’altra figlia Shiloh (13). Le sorelle sono state operate, praticamente insieme, proprio di recente.
Angelina Jolie: “Dentro e fuori la sala operatoria”
Doppio intervento chirurgico, dunque, per due problemi di salute differenti: “Zahara ha trascorso gli ultimi due mesi dentro e fuori la sala operatoria. Shiloh ha subito un’operazione all’anca”. Un “dentro e fuori dalla sala operatoria” che certo non rincuora, vista l’attuale emergenza Coronavirus che tocca, in primis, proprio la sanità. Le condizioni delle due ragazze attualmente stanno migliorando, ed entrambe dovrebbero essere in via di guarigione. Accanto a loro sia Brad che Angiolina che, stando a quello che una fonte anonima ha rivelato a People, “stava sempre con loro, girava nel reparto pediatrico in pigiama”.
Così anche Angelina Jolie, col benestare delle figlie, ha deciso di raccontare la sua esperienza familiare, in un momento in cui la paura di ognuno cerca conforto in quella degli altri:
“Sanno che sto scrivendo e rendendo pubblici questi episodi. Rispetto la loro privacy e, prima di decidere di raccontarli, ne abbiamo discusso insieme. Mi hanno incoraggiato a farlo perché capiscono che affrontare una sfida medica, lottare per sopravvivere e guarire, è qualcosa di cui essere orgogliosi”.