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Britney Spears, continua la battaglia legale contro il padre: ma a che punto siamo?

La prossima data del processo si terrà il 29 settembre, nel frattempo il movimento #FreeBritney non molla la causa

È un periodo caldissimo per la battaglia legale che vede Britney Spears contro suo padre Jamie. Dopo anni di stallo, in queste ultime settimane la popstar sta lottando con le unghie e con i denti per riappropriarsi della sua vita, e il movimento #FreeBritney sta diventando una cassa di risonanza sempre più potente. Ma a che punto è arrivata la questione?

La battaglia legale procede senza sosta, ma siamo ancora lontani dal mettere un punto a questa storia. Mentre la prossima data del processo è fissata al 29 settembre, moltissimi colleghi e celebrities si sono (finalmente!) schierati in pubblico per dare supporto a Britney. Ma lo scontro tra gli Spears non fa che riaccendersi. Il padre Jamie non ha intenzione di mollare (anche perché, a questo punto, la questione si fa delicata a prescindere dalla tutela legale). L’uomo ha recentemente ribadito in tribunale che “non c’è alcuna base” per rimuoverlo dal ruolo di tutore della figlia (che, ricordiamo, gli consente anche di gestire tutto il patrimonio della figlia).

La dichiarazione del signor Spears è arrivata in risposta al provvedimento preso dal nuovo legale di Britney, Mathew Rosengart, che aveva immediatamente depositato la richiesta di revoca della conservatorship. Al suo posto, il legale ha proposto che la gestione dei beni materiali e del patrimonio di Britney passasse (per volontà della cantante) al commercialista californiano Jason Rubin. Alla base di tale richiesta, le accuse ormai note di abusi, rivolte al padre dalla figlia.

La scomoda posizione di Jamie Spears

Attorno al padre di Britney gravitano accuse di abusi non certo leggere, a partire da quella (denunciata dall’ex marito della popstar, Kevin Federline) di aggressione nei confronti del nipote maggiore, Sean Preston (13 anni). Un abuso che, in un primo momento, era stato invece attribuito alla madre (stabilendo che Britney potesse passare con i figli solo il 30% del tempo, rispetto al 70% concesso a Federline). Ma che adesso verrà rimesso in discussione di fronte alla Corte.

Determinante è anche la testimonianza dell’ex manager della Spears, anche suo intimo confidente dell’epoca. Sam Lutfi è tornato recentemente a dichiarare (in esclusiva a Page Six) quanto fossero gravi alcune richieste d’aiuto ricevete telefonicamente da Britney. Lufti ha riportato l’attenzione mediatica su alcuni messaggi ricevuti dalla popstar. Nel dettaglio ha riportato frasi come: L’ha fatto di nuovo (riferendosi appunto al padre), oppure “Voglio uscire da questa tutela”. Si parla di chat risalenti già ad alcuni anni fa; un dettaglio che turba non poco l’ex manager della cantante, che a Page Six ha confidato amareggiato: “Non posso credere che nulla sia cambiato. Non riavrà mai indietro quegli anni, i suoi figli sono stati derubati di un enorme pezzo di storia con la loro madre“.

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