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Donatella Versace, Prince e il fratello Gianni

La stilista si racconta e racconta la sua vita nel prossimo numero di "Vogue Italia"

Sarà in edicola dal 4 marzo il nuovo numero di Vogue Italia con protagonista Donatella Versace. Il racconto di una vita entrata già nella storia. Una carriera che ha cambiato il guardaroba di tutte le donne del mondo e un’ironia leggera con la quale oggi guarda il mondo e se stessa.

“Le interviste mi innervosiscono sempre un po’: tra l’altro continuo a chiedermi perché avete scelto me per questa copertina, un giorno me lo spiegherete”, afferma a cuor leggero Donatella Versace dimostrando la sua forza travolgente eppure inconsapevole. La stilista è protagonista della cover e di un servizio scattato da Mert & Marcus, e si racconta in un’intervista che inizia dai ricordi degli Anni ’90 quando proprio lei ha lanciato le top model, molte delle quali oggi considera sorelle. Ovvero donne che si scambiano supporto e stima.

Donatella Versace sul ruolo della donna: una realtà ancora da costruire

Parlando di questo momento storico, della figura e del ruolo della donna dichiara: “C’è ancora molto da fare, ma mi sembra che abbiamo tirato fuori un’attitudine diversa, anche perché noi donne abbiamo qualcosa in più. Abbiamo un’intelligenza emotiva maggiore e una capacità a livello manageriale di farti sentire parte di un’azienda, di un percorso, che gli uomini non hanno“.

La bellezza di Versace sta anche nella democraticità con la quale ha abbracciato la body positivity. Per la P/E 2022 il brand ha messo in passerella non solo modelle curvy, ma, a differenza di molti, ne ha fatto esplodere la sensualità con i mini dress. “Nel backstage la modella Precious Lee mi baciava, mi abbracciava. Le ho chiesto «Perché?». La risposta è stata che nessuno l’aveva mai fatta sfilare in un abito corto e stretto. Io penso che sia normale, anzi, necessario: a me non era venuto neanche in mente di coprirla. Volevo sottolineare la sua femminilità, una caratteristica che non è certo prerogativa esclusiva di chi è alta 2 metri e porta la 38″.

Sugli uomini che stanno adottando stilemi legati classicamente al femminile afferma: “In realtà aveva già fatto tutto lui più di 30 anni fa (indica un quadro, appeso alle pareti dell’ufficio, che immortala Prince in una canotta di maglia metallica, ndr). Spero che oggi lo si faccia con lo stesso spirito di ieri“. Precisa la stilista nel senso di mostrarsi al mondo con coraggio e autenticità. Esattamente come faceva Prince, e non perché è una tendenza.

Donatella Versace sulla cover di Vogue Italia
Cover Vogue Italia

Dopo Gianni Versace: nella vita di Donatella

Negli ultimi anni sembra che il brand stia attraversando una primavera creativa e quando le viene chiesto se c’è anche una rinascita personale racconta: “La verità? Sì, perché mi sono liberata. La morte di mio fratello è stata così brutale che ho passato anni in stato di shock, senza farmene una ragione. Il nostro rapporto era complice, io ero la sua ombra, vivevamo insieme sul lavoro e nel privato. Ricordo ancora di quando organizzava queste grandi feste e poi all’improvviso andava via, dicendomi «Fai tu, io vado a letto». E io lì, a intrattenere le rockstar che mi chiedevano «Dov’è Gianni?». «Eh, ora arriva».

Per questo motivo – spiega Donatella – agli inizi è stata insicura. La stilista si sentiva gli occhi del mondo addosso e della diffidenza. “Ero lì, a fare il direttore creativo, non certo perché qualcuno mi aveva promossa, ma perché dovevo sostituire lui. Non mi sento di aver realizzato collezioni bellissime, agli inizi, e a volte, quando guardo vecchie foto, inorridendo, cerco di dare la colpa al mio team creativo. «Non è che questo l’avevi fatto tu?». Cercavo di seguire la corrente del minimalismo, ma non era il mio stile”. Tutto è cambiato quando tutti hanno iniziato a chiederle dove poter trovare jeans e camicie vintage di Versace, che lei indossava. Ha percepito una grande voglia di tornare al massimalismo. La gente aveva di nuovo voglia di vestiti carichi di vita, energia. E su quello Donatella era prontissima.

Quando le si chiede se si è mai sentita ostacolata, racconta: “Neanche una volta, anche se ci hanno provato tutti, soprattutto agli inizi. «Sei una donna, occupati di fare i tuoi vestitini poi noi decidiamo se vanno bene o no»: a dirlo erano uomini con la cravatta e il completo grigio, laureati in Economia, che pensavano di sapere cosa avrebbe funzionato senza mai essere usciti di casa. Una laurea l’ho presa anche io, eh, ma la moda non si può insegnare, devi essere tu a guardarti intorno, uscire, capire. E ho pensato, dopo molti anni, che se Gianni mi consultava per tutte le sue decisioni più importanti, forse non ero così incompetente come volevano farmi credere”.

Nel corso dell’intervista una domanda ben precisa le si chiede sperando in una risposta altrettanto diretta: Donatella Versace si nasce o si diventa?. “La verità? Così lo sono sempre stata. Quindi sì, Donatella si nasce.

 

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Teresa Comberiati

Spettacolo, Tv & Cronaca Rosa

Calabrese, a vent’anni si trasferisce a Roma dove attualmente vive. Amante della fotografia quanto della scrittura, negli anni ha lavorato nel campo della comunicazione collaborando con diverse testate locali in qualità di fotografa e articolista durante la 71ª e 75ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica. Ha già scritto il suo primo romanzo intitolato Il muscolo dell’anima. Colonna portante del blog di VelvetMAG dedicato alla cronaca rosa e alle celebrities www.velvetgossip.it, di cui redige ogni mese la Rassegna Gossip.

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