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Serena Bortone senza parole a Oggi è un altro giorno: “Accade questa cosa terribile”

Serena Bortone senza parole dopo il racconto a Oggi è un altro giorno: "Una cosa terribile", cosa è accaduto

Una puntata speciale, quella di Oggi è un altro giorno in onda mercoledì 1 marzo 2023. Serena Bortone e i suoi affetti stabili hanno festeggiato la puntata numero 500 del talk show di Rai Uno, con tanto di maglietta celebrativa per l’occasione. E, come sempre, tantissimi ospiti sono intervenuti in studio e si sono raccontati, tra aneddoti inediti e curiosità.

Serena Bortone a Oggi è un altro Giorno
Oggi è un altro giorno, le parole toccanti di Serena Bortone – Credits Raiplay (Velvetgossip.it)

Tra questi Flavio Insinna, a festeggiare le 5 mila puntate de L’eredità, I Corvi e Francesca Reggiani. Una puntata dove, però, oltre all’intrattenimento non è mancato il consueto approfondimento sui temi caldi dell’attualità. Il racconto di uno dei personaggi in collegamento ha colpito molto la conduttrice, che non ha esitato mostrare tutta la solidarietà dell’intero programma. Ecco cosa è accaduto nel dettaglio.

Oggi è un altro giorno, Serena Bortone in diretta: “Tutta la nostra solidarietà”

Il ‘compleanno’ di Oggi un altro giorno e quello de L’Eredità, ma, in mezzo a tante risate, anche molti spunti di riflessione. Nella prima puntata di marzo 2023, Serena Bortone ha affrontato il tema della violenza negli ospedali nei confronti dei medici e di tutto il personale sanitario. La conduttrice si è collegata con Napoli, dove l’inviato Valerino Scarponi ha illustrato un’importante iniziativa, legata all’apertura di presidi di polizia all’interno degli ospedali. In diretta dall’esterno dell’Ospedale dei Pellegrini, nel cuore dei quartieri spagnoli, l’inviato ha illustrato la spilla indossata da Giovanna Cacace, dirigente del reparto di radiologia. Una spilla con la scritta Io ti curo, stop alla violenza sugli operatori sanitari”.

Oggi è un altro giorno Serena Bortone in collegamento
Oggi è un altro giorno Serena Bortone in collegamento

Il medico sottolinea come l’iniziativa della Polizia di stato sia indispensabile: “Noi assistiamo a una crescente sfiducia di quella che è l’utenza dei confronti degli operatori sanitari. Sfiducia nei confronti di un lavoro che possiamo dire quasi eroico in una situazione che è quasi di trincea“. Il medico sottolinea come una reazione violenta non sia mai giustificabile, seppur sia comprensibile una reazione dettata dalla paura o dalla preoccupazione per un parente ammalato. Una situazione drammatica, che chiaramente non riguarda soltanto Napoli, ma che è sempre più preoccupante: “Se ne potrebbero raccontare mille, da aggressioni di tipo verbale ad aggressione fisiche, vere e proprie invasioni di parenti all’interno del pronto soccorso. Con distruzione di cose con danni a persone, che sono poi stati curati alla stessa stregua dei parenti ricoverati precedentemente. Il nostro unico obiettivo e la cura e la salute del paziente”.

La richiesta dei medici è quella di riconoscere alle professioni sanitarie lo status di pubblico ufficiale, così da garantire la perseguibilità d’ufficio. In quel caso, non sarà necessaria la querela di parte poiché offendere un pubblico ufficiale è un reato perseguibile d’ufficio. Queste le parole di Serena Bortone al termine del servizio: Diamo tutta la nostra solidarietà non soltanto ai medici e al personale sanitario di tutta la Asl Napoli 1 che salutiamo, ma di tutti i medici di Italia. Perché purtroppo le cronache le leggiamo tutti e sappiamo che accade anche questa cosa terribile. Persone che lavorano per garantirci la nostra salute e salvarci da situazioni di difficoltà vengono aggredite. È un segno di tempi troppo, troppo, troppo aggressivi”.

 

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