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Domenico Diele in carcere si difende: “Sono dipendente dall’eroina ma la droga non c’entra con l’incidente”

Domenico Diele è accusato di omicidio stradale aggravato perché ha travolto con la macchina e ucciso nella notte del 23 giugno una quarantottenne in scooter, Ilaria Dilillo, nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, nel Salernitano. L’attore ha deciso di parlare dal carcere…

Domenico Diele rischia davvero tanto. Nella notte del 23 giugno ha travolto con la macchina e ucciso una quarantottenne in scooter, Ilaria Dilillo, nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, nel Salernitano. Ora è accusato di omicidio stradale aggravato, anche perché era sotto effetto di stupefacenti, inoltre la patente gli era stata sospesa per un precedente problema sempre legato all’utilizzo di droghe. Lo stesso attore ha voluto parlare dal carcere.

“Sono dipendente da eroina ma non sono un criminale – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera – In televisione si parla di me come un assassino drogato: non è così. La droga non c’entra con l’incidente. Mi sono distratto con il cellulare. Ho un telefonino che funziona male e per cercare di fare una telefonata ho abbassato gli occhi. Non mi sono reso conto subito, solo quando sono sceso dall’auto ho visto e capito”. Domenico non aveva il permesso di guidare, tuttavia ha deciso di mettersi ugualmente al volante perché sua cugina ci teneva ad averlo al suo matrimonio in Calabria. L’unico modo per essere lì era proprio quello di andare e tornare in macchina nella stessa giornata.

L’appello alla famiglia della vittima

Un uomo solo e con pochi amici. Diele aveva solo il suo lavoro e da questa vicenda dovesse uscirne con la carriera distrutta non avrebbe più nemmeno quello. “Sono colpevole – ha concluso – Urlerò la mia colpevolezza con tutte le forze. Non ho scusa, ho sbagliato e devo pagare quello che decideranno i giudici e se servisse a qualcosa, pagherei di tasca mia anche qualunque cosa alla famiglia. Il padre della vittima? Vorrei incontrarlo, inginocchiarmi davanti a lui e ammettere le mie colpe. Ma anche provare a spiegargli che è stato un incidente e non un omicidio”. Gli aspettano i domiciliari con tanto di braccialetto elettronico.

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Photo Credits Facebook

Samantha Suriani

Toglietemi tutto, ma non la musica, il buon cibo…e la tinta rossa. Potrei diventare pericolosa.

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